Negli ultimi due anni i media hanno registrato trecentodicianove casi di violenza razzista in Italia e le aggressioni sono in continuo aumento. Centodiciannove nel 2007, centoventiquattro nel 2008 e nei primi quattro mesi 2009 si contano già settantasei atti di violenza. Numeri che riguardano persone reali. Una ricostruzione solo parziale, la punta dell’iceberg si potrebbe definire, di un fenomeno in costante crescita. Cronache di ordinaria intolleranza documentate nel “Libro bianco sul razzismo in Italia” curato dall’associazione Lunaria. «É un lavoro collettivo-spiega il presidente di Lunaria Gulio Marcon -uno strumento utile a gruppi e associazioni per capire e arginare un fenomeno montante», quello del razzismo. Un tentativo di decostruzione dei pregiudizi e degli stereotipi comuni nell’opinione pubblica e nel discorso dei media attraverso l’analisi di otto casi esemplari: dal pogrom di Ponticelli alla strage di Erba, dalla violenza subita da Navtej Singh a Nettuno sino al caso dello stupro della Caffarella.
I curatori del Libro bianco fanno una premessa: l’Italia non è un paese razzista, ma è innegabile che esistano preoccupanti fenomeni di razzismo. Nel paese sembra essere in atto un processo di legittimazione culturale, politica e sociale del razzismo che vede protagonisti gli attori pubblici e istituzionali. E, in un Europa che sembra sempre più pervasa da pulsioni xenofobe, il caso italiano appare ancora più inquietante. L’opinione pubblica internazionale e le istituzioni europee guardano con sempre maggiore preoccupazione al caso Italia. E il rapporto di Lunaria è aggiornato all’aprile 2009, quando ancora l’Europa non aveva visto l’Italia all’opera nel lavoro di respingimento degli immigrati e nella diatriba con Malta su chi dovesse ospitare i migranti alla deriva sul cargo Pinar. Preoccupa tuttavia la saldatura avvenuta tra razzismo istituzionale, xenofobia popolare e stigmatizzazione mediatica dello straniero.
Un storico Congresso di tre giorni della Federazione dei Sindacati della Birmania (FTUB) si è concluso ieri al confine tra Thailandia e Birmania, con l’adozione della nuova Costituzione, e la rielezione di U Hla Oo come Presidente e Maung Maung come Segretario Generale. La FTUB, che è stata fondata nel 1999, è stata sempre in prima linea nella lotta per la democrazia e i diritti umani. La Costituzione conferma lo status di FTUB come organizzazione sindacale indipendente, democratica, impegnata per i diritti del lavoro, in particolare per le norme dell’Organizzazione internazionale del lavoro, per tutti i lavoratori birmani.
I delegati al Congresso hanno espresso il loro ringraziamento per il movimento sindacale internazionale, per la forte solidarietà dimostrata dai sindacati in tutto il mondo a sostegno dei loro colleghi birmani, e si sono impegnati a rafforzare la cooperazione internazionale.
Una caratteristica fondamentale del Congresso è stata la ri-affermazione del FTUB dell’impegno per la fine dello Stato militare e l’introduzione della democrazia. Il Congresso ha chiesto un boicottaggio delle “elezioni farsa” dei militari nel 2010, e che sono destinate ad aumentare la credibilità del regime senza fargli cedere il potere assoluto che attualmente detiene. Il Congresso ha anche promesso di portare avanti la lotta contro l’uso sistematico del lavoro forzato da parte dei militari, con le prove che il regime ha utilizzato il lavoro forzato in progetti di ricostruzione a seguito del devastante ciclone Nargis del maggio 2008.
FTUB inoltre ha mantenuto la sua richiesta di sanzioni economiche contro la giunta militare, rilevando che il 90% della popolazione della Birmania vive con meno di 1US $ al giorno, e che le uniche persone ad ottenere un reale beneficio dalle relazioni commerciali ed economiche con gli altri paesi sono la piccola minoranza della popolazione che gestisce il regime e i loro più vicini sostenitori.
“FTUB esce da questo Congresso forte, unita e determinata a lavorare per un futuro migliore per i lavoratori birmani e l’intera popolazione del paese. La Federazione ha chiaramente un sostegno molto forte all’interno del paese, nonostante le continue molestie e la brutalità del regime verso tutti coloro sono sospettati di sostegno al sindacalismo reale. ITUC e i suoi partner internazionali continueranno a rafforzare il sostegno alla FTUB nella sua lotta per la democrazia, la giustizia e i diritti dei lavoratori “, ha detto Jaap Wienen, Vice Segretario generale ITUC, che ha rappresentato la Confederazione al Congresso.
Il 1 Aprile 2009 presso l’AULA I – Facoltà di Agraria dell’Università Politecnica delle Marche in Via Ranieri 65, Ancona, Università Politecnica delle Marche, Facoltà di Agraria, Agronomi Senza Frontiere – Ancona, Ingegneria Senza Frontiere – Ancona, CVM ed Iscos Marche organizzano il seminario: “Acqua: tra Consapevolezza, Responsabilità e Impegno”.
Di seguito il programma dettagliato:
9.30 Messaggi di benvenuto Prof. Giuseppe Natale Frega, Preside della Facoltà di Agraria, UnivPM Raffele Bucciarelli, Presidente Assemblea Legislativa delle Marche
9.30 Proiezione Documentario “L’acqua invisibile – Come vendere l’acqua a chi ci galleggia sopra” di A. Palladino – A. Lima
9.45 Sessione I: “ L’accesso all’acqua tra gli Obiettivi del Millennio” Moderatore: Prof. Marco Giovagnoli
“L’acqua è ancora un bene comune dell’umanità?” Prof. Marco Giovagnoli, Facoltà di Giurisprudenza, Università di Camerino
“Acqua e Suolo: Due Risorse Esauribili” Prof. Giuseppe Corti, Dipartimento di Scienze Ambientali e delle Produzioni Vegetali, UnivPM
11.30 Pausa caffè
11.45 Sessione II: “Progetti idrici nel Sud del Mondo” Moderatore: Fausto Mazzieri. ISCOS-Marche
“Acqua e Vita a Buya – Eritrea” Fausto Mazzieri, ISCOS-Marche
“Gestione della risorsa acqua nel Maniema (Rep. Dem. del Congo). Esperienza di un progetto di cooperazione allo sviluppo realizzato da Agronomi e Forestali Senza Frontiere” Dott. Vittorio Canalini, ASF-Padova
12.45 “Istanbul 2009: Relazione dal Forum Mondiale Alternativo sull’Acqua” Dott.ssa Claudia Croci, ISF-Ancona
13.15 Pausa pranzo
14.30 Laboratorio-Gioco di ruolo organizzato da Amedeo Angelozzi, CVM
Come Ambasciata dei Diritti Marche riteniamo che l’ incontro pubblico di giovedì prossimo 2 aprile (ore 18, sala Anpi Ancona) sia tanto importante quanto necessario. La situazione al porto di Ancona sta assumendo tratti di complessità e tragicità che vanno compresi e mutati. La drammatica morte del ragazzo iracheno di ieri è l’ennesima storia di fuga da un paese in guerra attraverso la Grecia. Una storia che purtroppo accomuna tante persone, tanti minori e tanti bambini che vedono nella traversata verso l’Italia l’unica possibilità per scappare da una vita di violenze, paura e morte. Per i migranti più “fortunati” c’è il respingimento verso la Grecia dove ogni giorno si susseguono violazioni e soprusi subiti dai rifugiati afghani, curdi, sudanesi ed eritrei, dal momento della fuga dal loro paese fino al loro incontro con la polizia italiana. Per creare un punto di incontro tra tutti quelli che ancora si indignano di fronte a tali storie abbiamo pensato di cominciare a conoscere la situazione del campo profughi di Patrasso con i racconti dell’Associazione greca “Kinisi”, con il Consiglio Italiano per i rifugiati e con chi lavora con i migranti minorenni che sono riusciti ad arrivare in Italia.
Ti aspettiamo, non mancare. Ambasciata dei Diritti Marche
Alfred ci ricorda che spesso le cose semplici sono le migliori, perché funzionano. La mancanza di energia elettrica non lo ferma. La mancanza di mezzi di finanziamento lo spinge in modo creativo a reclutare persone da tutta la città e nel paese per scovare notizie. Usa il suo telefono cellulare, come principale punto di collegamento tra lui e i 10.000 (dice) lettori quotidiani della sua lavagna.
Non tutti i liberiani che leggono le sue notizie sono alfabetizzati, e per questo fa uso di simboli. Che si tratti di un casco militare delle Nazioni Unite, un poster di un calciatore o una bottiglia di acqua colorata per indicare i prezzi del gas, è determinato a passare il messaggio in ogni modo possibile.
La pubblicità funziona anche qui. Costa $ 5 lo spazio in basso, $ 10 sul pannello laterale e $ 25 la sezione principale. Non ha tantissima pubblicità, ma riesce a cavarsela.
I suoi piani per il futuro includono il decentramento, ovvero l’apertura di identiche postazioni in altre parti di Monrovia, e in alcune delle città più grandi in tutto il paese.