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  • Mar 11, 2024
  • 2 minutes

Segnaliamo da Fortress Europe, di Gabriele del Grande:

Viaggio a Misratah, 1 aprile 2011
Tareq non è riuscito a rivedere la famiglia nemmeno questa volta. E continua a chiedersi che fine abbiano fatto la moglie e i cinque bambini piccoli. Abitano nella zona più pericolosa di Misratah. Impossibile raggiungerli, per via dei cecchini sui tetti e dei carri armati per strada. Avvicinarsi significherebbe farsi ammazzare. Non resta che sperare che siano ancora vivi. Che i carri armati non abbiano sparato sulla loro casa e che i cecchini non siano ancora entrati per prendersi l’appartamento come postazione di tiro. E c’è da sperare che abbiano abbastanza cibo e soprattutto che abbiano da bere, visto che da tre settimane Misratah è senza acqua corrente. Ormai non li sente nemmeno al telefono, da quando tre settimane fa le truppe di Gheddafi hanno staccato la linea. Dei satellitari neanche a parlarne, in città sono pochi e sono tutti in mano agli insorti per coordinare la difesa e comunicare con la stampa internazionale. A Tareq non resta che affidare la loro sorte a Allah. Li ricorda in ogni preghiera, quando stende il tappetino sul ponte del peschereccio e si inginocchia, con lo sguardo teso verso l’orizzonte dove ogni mattina il sole sorge sulle acque blu del Mediterraneo. Tareq è in viaggio da un mese. Fa la spola tra Malta e Misratah. Questo è il suo terzo viaggio. Guida un peschereccio d’altura di quaranta metri, ma non trasporta pesce. In stiva ha 150 tonnellate di latte, farina, zucchero, pomodoro in scatola, tonno, fagioli, pannolini e acqua potabile. Per rompere l’embargo nella città sotto assedio che da 40 giorni resiste coraggiosamente alle truppe di Gheddafi e ai loro bombardamenti a tappeto che hanno già ucciso almeno 200 civili. Il primo viaggio è stato il nove marzo. Questa è la sua terza traversata e per noi viaggiare con lui è l’unico modo per raggiungere la città di Misratah.

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Il Portale del lavoro dignitoso è un’iniziativa promossa e realizzata dall’Ufficio ILO per l’Italia e S. Marino. L’Agenda del lavoro dignitoso, lanciata dall’ILO nel 1999, pone al centro le aspirazioni delle persone riguardo la propria vita lavorativa che si concretizzano attraverso la possibilità di conseguire un lavoro produttivo e giustamente remunerato, una sicurezza sul luogo di lavoro estesa ad ogni forma di protezione sociale, migliori prospettive di realizzazione personale e di integrazione sociale e la libertà di esprimere le proprie rivendicazioni organizzandosi e partecipando alle decisioni che riguardano il proprio futuro. Il lavoro dignitoso si esprime attraverso i suoi quattro obiettivi strategici: promozione dell’occupazione; protezione sociale; dialogo sociale e tripartitismo; principi e diritti fondamentali nel lavoro. Questi obiettivi sono inseparabili, interconnessi e il mancato raggiungimento di uno di essi pregiudicherà la realizzazione degli altri. La parità di genere e la non discriminazione vanno considerati come tematiche di fondo per il conseguimento degli obiettivi. Con l’adozione della Dichiarazione dell’ILO sulla giustizia sociale per una globalizzazione giusta nel 2008, il concetto di lavoro dignitoso è stato istituzionalizzato. Questo solenne documento costituisce il più importante atto di evoluzione dell’ILO dai tempi della Dichiarazione di Filadelfia confermando sempre di più la validità della visione e del mandato dell’Organizzazione nell’era della globalizzazione. La nuova Dichiarazione costituisce un punto di riferimento fondamentale per la promozione di una globalizzazione giusta fondata sul lavoro dignitoso ed anche uno strumento prezioso per accelerare il processo di realizzazione dell’Agenda del lavoro dignitoso a livello nazionale. “Lavorando insieme a tutti coloro che condividono le aspirazioni espresse nella Dichiarazione, potremo creare un’effettiva convergenza tra le politiche nazionali e internazionali che conduca ad una globalizzazione giusta e ad un maggiore accesso al lavoro dignitoso per tutte le donne e gli uomini nel mondo. Tutti noi possiamo unire i nostri sforzi affinché ciò divenga realtà e lavorare per un maggiore rispetto della dignità umana e per la prosperità globale, al fine di rispondere ai bisogni e alle speranze delle persone, delle famiglie e delle comunità del mondo intero.” Juan Somavia , Direttore Generale dell’ILO

Perché un Portale italiano del lavoro dignitoso?

Partendo da questo invito del Direttore Generale dell’ILO e stimolati dal sempre crescente riconoscimento da parte della comunità internazionale, l’obiettivo del portale è promuovere e diffondere una maggiore conoscenza dell’Agenda del lavoro dignitoso che richiederà sempre di più un approccio partecipativo. Grazie al BLOG del portale, le organizzazioni non governative (ONG), associazioni, fondazioni e università ed ogni altra entità sociale e culturale che opera in Italia ma anche nei Paesi in Via di Sviluppo, potranno esprimere il loro punto di vista e condividere le loro esperienze. In questo percorso, assumerà un’importanza cruciale la collaborazione costante dei costituenti dell’ILO, in quanto principali interlocutori e protagonisti dell’azione dell’Organizzazione sia a livello internazionale che nazionale. Il rafforzamento del dialogo con e tra i costituenti dell’ILO darà vita alla piattaforma del FORUM, un sistema di comunicazione immediato e di facile accesso che vuole garantire ai costituenti italiani un confronto tripartito a tutto campo attraverso lo scambio continuo, rapido e diretto di informazioni, opinioni ed esperienze. http://www.lavorodignitoso.org
  • 11 Marzo 2024
  • 2 minutes
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Per la Giornata Mondiale per il lavoro dignitoso, nel corso di un evento internazionale organizzato dalla Friedrich Ebert Stiftung (FES) e l’organizzazione giovanile della Confederazione tedesca dei sindacati  (DGB Jugend) di Berlino, più di 70 giovani sindacalisti di tutto il mondo stanno discutendo su come promuovere un lavoro dignitoso per i giovani, ora che la crisi economica e finanziaria sta crescendo nella sua seconda ondata. La situazione per i giovani lavoratori sta peggiorando. I lavori non sono più una garanzia per il sostentamento delle generazioni future. Il lavoro precario è diventata una realtà per un gran numero di giovani lavoratori, che non permette loro di vivere con dignità. Nuove forme di sfruttamento sono la realtà quotidiana dei giovani lavoratori, che in ultima analisi, non hanno nient’altro che esperienze di lavoro part-time, telelavoro, lavoro interinale, ecc. Più di 150 milioni di giovani dei paesi in via di sviluppo sono considerati come lavoratori poveri. Dal momento che la crisi economica e finanziaria è iniziata, i tassi di disoccupazione globali sono aumentati di oltre 20 milioni di persone. I giovani sono stati tra i primi a sperimentare gli effetti della crisi. Di solito sono i primi ad essere licenziati dalle imprese, in quanto sono i lavoratori con meno anzianità. Secondo l’Organizzazione internazionale del lavoro, oltre 80 milioni di giovani sono disoccupati. “Milioni di giovani sono senza lavoro e molti altri sono intrappolati in  lavori breve termine, a bassa retribuzione, o nell’economia informale. Un’intera generazione di giovani è lasciata indietro, e le conseguenze per la società saranno durissime. I governi devono agire con urgenza per ottenere la creazione di posti di lavoro, mantenendo lo stimolo economico necessario piuttosto che dalla diminuzione della spesa pubblica “, ha detto il segretario generale della CIS Sharan Burrow. Durante la riunione di due giorni’, i giovani sindacalisti stanno esplorando come mobilitare e dare voce al loro interesse per le questioni globali come l’occupazione giovanile, lo sviluppo sostenibile, il commercio e il rinnovamento dei sindacati. I giovani rappresentanti sindacali a Berlino stanno spingendo i governi a prendere tutte le misure necessarie per migliorare l’accesso dei giovani al lavoro dignitoso e all”istruzione di qualità e alla formazione. Fonte: ITUC

  • 11 Marzo 2024
  • 2 minutes

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