• Mar 11, 2024
  • 1 minute

(tripolipost.com)
Hundreds of activists took to the streets of Morocco’s main cities late on Saturday to protest against corruption, the high cost of living and other causes of discontent.
Rights groups, trade unionists and the February 20 protest movement had called the demonstrations, amid frustration at the perceived failure of the Islamist-led government to make good on its electoral promises, AFP has reported.
In Morocco’s largest city, Casablanca, nearly 1,000 people gathered, chanting anti-corruption slogans, denouncing the sharp rise in prices, and calling for the release of jailed activists.
Around 300 people also gathered near the main boulevard in the capital Rabat,, chanting slogans criticising Prime Minister Abdelilah Benkirane and King Mohammed VI, and waving anti-government banners, AFP reported.
Other demonstrations, were also reported in the central city of Marrakesh and the port city of Tangier, on Morocco’s north coast, witnesses said.
The ruling PJD party is blamed by activists for a surge in fuel prices that have driven up the cost of food and other basic goods, and also accuse the moderate Islamist party, whose leader Benkirane was appointed prime minister in January, of not fulfilling its campaign pledges to address social grievances and fight corruption.
Saturday’s demonstrations were however minimal compared to the numbers witnessed in May, when tens of thousands took to the streets to complain of unemployment and other social woes.

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Rabat, 21 ago. (TMNews) – Migliaia di disoccupati si riversano ogni mattina sulla costa atlantica del Marocco, in particolare tra Rabat e Casablanca, per raccogliere tonnellate di cozze, un ‘sovrasfruttamento’ che minaccia l’ecosistema marino di questa regione molto urbanizzata. E’ l’allarme lanciato dagli esperti. Questi disoccupati arrivano dalle baraccopoli, scrutano ogni giorno il mare e aspettano la bassa marea al mattino presto. Il loro obiettivo è la vegetazione marina, nel dettaglio le cozze. Ammassati sul bordo del mare, i banchi di cozze sono rimossi dal loro ambiente naturale con sbarre di ferro da questo piccolo esercito di pescatori illegali che invade quotidianamente le coste. Bracconieri che agiscono nell’impunità e con le autorità che chiudono gli occhi sulla loro attività che minaccia gravemente l’ecosistema marino. “Non possiamo fermare questa attività perché non abbiamo nulla da offrire come contropartita a questi pescatori”, ha ammesso una fonte del comune di Harhoura, località balneare vicino a Rabat. Le cozze contribuiscono a preservare l’ambiente marino: filtrano alcuni organismi acquatici, depurano l’acqua e migliorano l’offerta di plancton, pesci e vita marina. Ogni pescatore improvvisato raccoglie circa 200 chili di cozze che rivende al consumatore, una volta pulite, a 4,5 euro al chilo; il guadagno medio è di 13 euro al giorno. Il numero di pescatori che opera quotidianamente tra Rabat e Bouznika (50 chilometri a sud) non è ufficialmente registrato dalle autorità, ma secondo una fonte della prefettura di Rabat ammonterebbe a più di 2mila persone. In bassa stagione, il numero si dimezza. TM News

  • 11 Marzo 2024
  • 1 minute

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