L’alta velocità non è soltanto rettifili da realizzare baypassando montagne e attraversando vallate. E’ anche stazioni da progettare facendo ricorso ad un mix di capacità. Unendo qualità del disegno e funzionalità pratica. Sfide internazionali. Come quelle che hanno decretato, recentemente, la vittoria dei giapponesi in Italia e degli italiani in Marocco.
A Torino e a Casablanca sono state aggiudicate due grandi gare di progettazione che hanno premiato la cordata di Kengo Kuma, per la nuova stazione di Susa della linea di ferrovia veloce Torino-Lione. Mentre in Nord Africa ha vinto una cordata italiana con i romani Abdr Architetti Associati e i veneti Favero & Milan Ingegneria nel Nord Africa e Italferr, insieme all’architetto marocchino Yassir Khalil. Grandi concorsi internazionali sul modello di quelli promossi negli ultimi anni da FS per realizzare le stazioni dell’Alta velocità italiana.
Se lo scalo torinese, che si estenderà su circa 6mila mq, sarà una struttura su due livelli per poter far passare i treni ad alta velocità, ma anche per poter smistare i flussi su gomma e su rotaia, quello della città sull’Oceano Atlantico sarà un grande terminal. La nuova stazione Av di Casablanca si chiama Casa Voyager e sarà una sorta di “ponte” realizzato ad un’altezza di 19 metri dai binari. Lungo 200 metri e largo 60. Con una superficie coperta di 14mila mq e una capacità di accoglienza di 22 milioni di passeggeri all’anno. Offrirà numerosi servizi commerciali anche grazie al futuro polo multiservizi.
Al concorso bandito dalle Ferrovie del Marocco Office National des Chemins de Fer (ONCF) hanno partecipato prestigiose firme dell’ingegneria e dell’architettura internazionale. Dallo studio francese AREP, progettista della nuova stazione AV di Torino Porta Susa e di molte stazioni AV in Francia, al gruppo tedesco GMP, progettisti dei nuovi stadi ucraini di Euro2012 e della nuova stazione centrale di Berlino “Berlin Hauptbahnhof”, agli inglesi Chapman Taylor, progettisti della stazione londinese di St Pancras e del nuovo aeroporto di Dubai.
La nuova stazione AV di Casablanca rientra nel progetto di costruzione della nuova linea ad alta velocità Casablanca-Rabat-Kenitra-Tangeri. Un’infrastruttura in gran parte finanziata dal Governo francese e da alcuni fondi della penisola arabica e fortemente voluta dal Re del Marocco, Mohamed VI.
La nuova stazione, la prima del continente africano, diverrà la porta di accesso ad una città con più di 4 milioni di abitanti. Un importante tassello nel progetto di modernizzazione del Paese già avviato con la costruzione del porto di Tangeri e con il sostegno al progetto di realizzazione del tunnel sotto lo stretto di Gibilterra.
Collegata al centro della città dal nuovo tram urbano, rappresenterà un’importante occasione di riqualificazione urbanistica unendo due quartieri oggi divisi dalla ferrovia. Come dovrebbe accadere a Roma con la Stazione Tiburtina e come si tenterà anche a Bolzano. Con lo studio Abdr sempre protagonista. Il ponte della stazione si trasformerà in un ponte urbano, in un trait d’union tra due zone divise. All’interno negozi, ristoranti, spazi per l’aggregazione. Seguendo le inclinazioni più recenti, come fosse un aeroporto. All’esterno la texture e l’uso della luce richiama le architetture islamiche. Con una particolare attenzione ad ombre e acqua. Con il paesaggio che da naturale si trasforma in artificiale.
La stazione che in molti casi costituisce un’area marginale anche se topograficamente centrale diviene occasione anche di “ricucitura”. Non solo un contenitore dalle linee vagamente oniriche, quasi un bell’oggetto di design, ma un terminal efficiente. A Casablanca la geografia diventa architettura.
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