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  • Mar 11, 2024
  • 2 minutes

ITUC ha protestato con forza contro le durissime sentenze di carcere imposte il 7 settembre 2007 a sei attivisti sindacali, dopo il loro tentativo di organizzare un seminario al Centro dell’Ambasciata Americana a Rangoon.

Il 1 maggio 2007 Thurein Aung, Kyaw Kyaw, Shwe Joe, Wai Lin, Aung Naing Tun e Nyi Nyi Zaw sono stati arrestati dopo aver tenuto una manifestazione per il Primo Maggio e programmato di discutere argomenti sul lavoro al Centro Americano. Questo evento è stato immediatamente annullato dopo gli arresti. Due di loro, Shwe Joe and Aung Naing Tun, sono stati rilasciati il 4 maggio, ma il 10 maggio due altri uomini, Kyaw Win and Myo Min, sono stati arrestati perchè si sono recati al confine tra Tailandia e Birmania per portare all’esterno la notizia di questi arresti.

ITUC ha appreso che durante il processo tenuto nella prigione Insein di Rangoon tutti i sei uomini sono stati giudicati colpevoli di “incitare l’odio o il disprezzo verso il Governo” e che alcuni di loro sono stati condannati perchè membri di “associazioni illegali”.

Thurein Aung, Wai Lin, Myo Min e Kyaw Win sono stati condannati a 28 anni di prigione, e Nyi Nyi Zaw e Kyaw Kyaw a 20 anni.

In una lettera spedita al Generale Than Shwe, ITUC chiede con urgenza di intervenire presso le autorità per una cancellazione di queste sentenze ingiustificate e scandalose e di ordinare un rilascio immediato e incondizionato dei sei attivisti.

“Serve una vera giustizia in Birmania, soprattutto dopo gli enormi bisogni umanitari e di ricostruzione dovuti alla devastazione causata dal ciclone Nargis”, ha dichiarato Guy Rider, segretario generale ITUC. ITUC ha riportato la questione agli organi di supervisione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro.

L’OIL ha criticato la sconvolgente storia dei diritti del lavoro della giunta birmana, e istruito una commissione di inchiesta (la procedura investigativa di più alto livello) per l’uso sistematico dei lavori forzati da parte dei militari. ITUC crede che la giunta usi ancora il lavoro forzato nel lavoro di ricostruzione post-ciclone, e chiede alle agenzie governative e non di porre estrema attenzione al rispetto degli standard internazionali del lavoro.
Fonte: ITUC
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Un Libro verde adottato oggi dalla Commissione apre il dibattito sul modo in cui le politiche dell’istruzione possono affrontare al meglio le sfide poste dall’immigrazione e dai flussi di mobilità all’interno dell’UE. La presenza di un gran numero di bambini migranti ha implicazioni rilevanti per i sistemi d’istruzione europei. Tra i quesiti chiave vi sono i seguenti: come si può evitare la creazione di contesti scolastici segregati e migliorare quindi l’equità nell’istruzione; come far fronte alla crescente diversità di lingue materne e di prospettive culturali e costruire abilità interculturali; come adattare la didattica e costruire passerelle con le famiglie e le comunità di immigranti.

continua la lettura sul sito Rapid della Commissione
se vuoi leggere il libro verde (in inglese e in pdf) clicca qui

  • 11 Marzo 2024
  • 2 minutes
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Kohei Yamada viene dal Giappone. Per tre anni ha lavorato come cooperante in Malawi, una delle nazioni più povere dell’Africa. Viveva in un villaggio senza acqua corrente ed elettricità. In Malawi oltre il 14% degli adulti è sieropositivo, e in molti hanno paura di fare un test per l’HIV: la paura di essere abbandonati da parenti e amici è troppo forte.


Così Kohei ha deciso di scrivere una canzone per ridurre lo stigma verso i malati di HIV.


La canzone parla di un ragazzo, positivo al test, che dice alla sua ragazza di lasciarlo per trovare un uomo migliore. Ma lei risponde “non dire così, staremo insieme per sempre”.


La canzone è stata scritta per la prima volta in Chichewa, la lingua del Malawi. Kohei non parla chichewa, non è un musicista nè un cantante, ma con l’aiuto di un musicista del Malawi, convinto che uno straniero che canta in lingua locale avrebbe attirato l’attenzione, ha composto questa canzone dal titolo “Ndimakukonda”, ovvero Ti amo.


Il video della canzone passa continuamente sulla televisione locale. Mostra la coppia che si incontra, si innamora e tutti i passi del test per l’HIV. Durante il video appare Kohei in kimono. In teoria doveva rappresentare un samurai che combatte l’AIDS. Molti malawiani non l’hanno capito: “Mi chiedono sempre se sono un maestro di Kung fu o di Karate, cintura nera o cose del genere. E dico sempre si, sono cintura nera. E mi rispettano sul serio, sapete (ride).”
In Malawi ha ottenuto la nomination per il Grammy locale.

Kohei Yamada ha poi pubblicato la canzone in Giappone, e ha dato vita ad un’associazione per raccogliere fondi da destinare alla lotta all’AIDS.


L’anno scorso ha pubblicato la canzone in swahili e quest’anno in tigrino, con la presentazione in Eritrea. Il suo obiettivo è di replicare il successo del Malawi, diffondendo la cultura della prevenzione con la musica.

  • 11 Marzo 2024
  • 2 minutes

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