In Italia la partecipazione ad attività di volontariato è in crescita. Secondo i dati Istat, in poco meno di 20 anni la percentuale di persone che si dedicano al volontariato è passata dal 6,9% al 10%. Nel 2011, secondo le stime dell’Istituto di statistica, sono più di 5 milioni gli italiani che hanno svolto una qualche attività gratuita presso un’associazione di volontariato. Inoltre, secondo una ricerca pubblicata nel 2011 (“La valorizzazione economica del lavoro volontario nel settore non profit” di Istat e Cnel) il valore economico delle attività volontarie in Italia è pari a quasi a 8 miliardi di euro.
L’incremento della quota di persone che svolgono attività di volontariato ha riguardato soprattutto alcune fasce d’età: i giovani e gli anziani. Gli over sessantenni sono aumentati, dal 1993 al 2011, di oltre 7 punti percentuali, i giovani di oltre 3 punti percentuali, con picchi di 6 punti per i 18-19enni. Le altre fasce hanno registrato aumenti, ma più contenuti.
A livello territoriale, gli abitanti del Nord-Est sono i più sensibili alle tematiche del volontariato. È questa la zona d’Italia dove si regista la percentuale più alta sia di persone che hanno svolto attività gratuita per una qualche associazione di volontariato, sia di quelle che hanno versato del denaro a favore di istituti o enti no profit. Inoltre è sempre qui che nel 2011 si è registrato il numero più alto di donazioni di sangue ogni 1000 abitanti.
Nonostante i dati Istat illustrino un trend positivo, nel confronto internazionale l’Italia si colloca in fondo alla classifica. Secondo uno studio commissionato dall’Unione Europea, il nostro paese, con Bulgaria, Grecia e Lituania, fa parte del gruppo di nazioni europee caratterizzate da una bassa partecipazione al volontariato. Le percentuali per questi paesi, fanalino di coda, sono pari o al di sotto del 10%. Valori dunque ben più bassi di quelli registrati, ad esempio, da Olanda, Austria, Svezia o Regno Unito dove la partecipazione supera il 40%.
via Il volontariato in Italia.