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  • Mar 11, 2024
  • 2 minutes

Il coordinamento delle organizzazioni marchigiane (COM) per la cooperazione internazionale e l’educazione alla cittadinanza globale è attivo da poco più di un anno.
Unisce circa 35 associazioni, che si sono date una carta dei valori, hanno condiviso alcune esperienze di formazione e il lavoro sul progetto EAS.
Per portare a un livello più alto di efficacia il COM abbiamo pensato a un incontro di due giorni aperto a tutte le organizzazioni marchigiane.
E’ in atto un cambiamento epocale.  Servono  nuove idee, è quasi un obbligo morale far emergere le consapevolezze che alcuni gruppi sociali hanno e che finora sono state tenute ai margini del dibattito sociale.
Chi è impegnato nella cooperazione internazionale ha il dovere di far sentire la sua voce, di informare, di suggerire alternative e stili di vita possibili.
Il movimento marchigiano è composto da molte piccole realtà: la sfida sarà creare una struttura capace di salvaguardare la piccola dimensione e di raggiungere un alto livello di impatto sulla realtà.
C’è chi ci è riuscito: Kiva, ad esempio, nel settore del microcredito, mette in contatto le istituzioni di microfinanza locali sparse per il mondo con i donatori. Tantissime piccole realtà, che insieme in 6 anni di vita hanno prestato agli imprenditori del sud del mondo oltre 250 milioni di dollari.
La struttura ideale non dovrà essere centralizzata, ma capace di espandersi con il contributo di tutti. Per riprendere un’immagine di Ori Brafman e Rod Beckstrom, dovrà essere più simile a una stella marina che a un ragno. Le  “stelle marine” sono prive di una struttura centralizzata e caratterizzate da unità operative indipendenti, mentre i  “ragni” conservatori sono basati sulla gerarchia e su un’articolata catena di comando e controllo. Le prime, flessibili e adattabili alle circostanze, sono in grado di riprodursi e svilupparsi anche se vengono parzialmente danneggiate o distrutte mentre gli altri, rigidi e maggiormente prevedibili, dipendono necessariamente dalla propria “testa”, la struttura centrale direttiva.
E’ una sfida rivolta a tutte le organizzazioni marchigiane. Per questo motivo l’incontro sarà un laboratorio, che andrà dal confronto all’analisi comune della situazione alla creazione di gruppi di lavoro che realizzerano il programma delle attività del COM per il prossimo anno.
Per saperne di più: http://comevai.pbworks.com

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Con rigore scientifico e passione civile, nel volume si indaga sul ruolo dei media nella costruzione della figura, generalmente negativa, dell’immigrato, sempre e solo chiamato “clandestino”, secondo una vulgata giornalistica che non gli riconosce altro status: migrante, immigrato, irregolare, richiedente asilo, profugo politico, rifugiato. Ben diversa è l’immagine che risulta negli ambienti scientifici, dalla ricerca sul campo, dai rapporti diretti con le comunità di stranieri in Italia. Ma la realtà conta poco quando la posta in gioco non è la credibilità scientifica ma la preziosa merce del consenso. Gran parte della stampa italiana ha acquisito un ruolo centrale nella definizione del clima di sospetto verso i nuovi arrivati, quando non addirittura di aperta xenofobia. Qualcosa che i meridionali migrati a Torino o Milano negli anni sessanta ben ricordano, quando erano sbattuti in prima pagina dai quotidiani come ‘”calabresi”, “pugliesi” o “siciliani”. Di Luzio si lancia in un coraggioso lavoro di ripristino della verità storica e di informazione, riportando alla memoria recenti avvenimenti di cronaca che hanno rappresentato pagine poco dignitose per l’informazione del nostro paese. Con un’intervista a Laura Boldrini. Postfazione di Oliviero Forti e Emilio Fabio Torsello. Titolo Brutti, sporchi e cattivi. L’inganno mediatico sull’immigrazione Autore Di Luzio Giulio Prezzo Sconto 15% € 8,50 (Prezzo di copertina € 10,00 Risparmio € 1,50) Dati 2011, 181 p., brossura Editore Ediesse (collana Saggi) Acquista il libro su IBS

  • 11 Marzo 2024
  • 2 minutes

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