• Mar 11, 2024
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Il Consiglio Italiano per i Rifugiati ha presentato oggi in una conferenza stampa la campagna di comunicazione “Gente di Dublino”.
Nel suo intervento il sottosegretario del Ministro dell’Interno Saverio Ruperto ha sottolineato l’importanza dell’informazione affinché le persone possano prendere le loro decisioni in modo consapevole e con piena conoscenza dei loro diritti.
Il Regolamento dell’Unione Europea “Dublino 2” del 2003 incide profondamente sulla vita dei richiedenti asilo che arrivano in Europa. Il “Sistema Dublino” determina lo stato competente per l’esame di una richiesta d’asilo, in maniera del tutto indipendente dalla volontà e dalle ragioni del richiedente.
Ormai esiste un sistema collaudato per identificare il primo pease europeo dove la persona è arrivata e che pertanto è competente nell’esame della sua richiesta e nel garantire la protezione. Questo meccanismo è assicurato dalla rilevazione delle impronte digitali di tutti i richiedenti asilo e la successiva trasmissione in una banca dati centrale EURODAC a Bruxelles. Il Sistema Dublino intende contrastare i movimenti delle persone da un paese all’altro all’interno dell’Unione, ma spesso ha un impatto drammatico sulle vite delle persone. La conseguenze sono spesso lo sradicamento da contesti sociali e relazionali, l’interruzione del percorso di integrazione, la detenzione e l’ulteriore difficoltà del riconoscimento dello status.
Il progetto “Gente di Dublino” – cofinanziato dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Interno – gestito dal CIR assieme con Europe Consulting e l’Associazione Italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni Europee (AICCRE), ha lo scopo di fornire un’informazione capillare sul Regolamento Dublino e sulla sua concreta applicazione.
La campagna prevede la diffusione di un media mix strategico: da metà Aprile 2012 saranno distribuiti 50.000 opuscoli informativi nelle dieci lingue più utilizzate dai richiedenti asilo presso 500 punti target quali questure, prefetture, servizi di frontiera, centri di accoglienza e associazioni. Uno spot video verrà proiettato nelle stazioni ferroviarie della rete Cento Stazioni dal 15 al 21 Aprile; 2.500 locandine pendule saranno esposte nei mezzi di trasporto a Milano, Bari, Napoli e Roma tra Aprile e Giugno. Un video di 7 minuti con testimonianze di rifugiati sarà proiettato nei centri di accoglienza per richiedenti asilo e si è creato un sito web dedicato www.helpdubliners.it
“Vogliamo che i trafficanti di persone non siano l’unica fonte d’informazione sul Sistema Dublino e che la nostra campagna possa almeno ridurre le conseguenze spesso traumatiche dello spostamento forzato di richiedenti asilo da un paese all’altro in Europa”, ha dichiarato Christopher Hein – direttore del CIR.
Alessandro Radicchi – presidente di Europe Consulting – ha sottolineato l’importanza degli help center presso le grandi stazioni ferroviarie ai quali si rivolgono 130 mila persone all’anno di cui la maggioranza è rappresentata da migranti e richiedenti asilo.
Ruperto, concludendo la Conferenza stampa, ha assicurato l’impegno del governo a sostenere il servizio di comunicazione e di sensibilizzazione sul Sistema Dublino. Ha inoltre riconosciuto alcune lacune del Sistema Dublino e conseguenze negative in termini discriminatori per i richiedenti asilo.
I dati del 2011 non sono ancora disponibili ma è significativo quelli del 2010 evidenziano una totale sproporzione nei trasferimenti. Infatti mentre le richieste di applicazione del Regolamento da parte di altri paesi europei all’Italia hanno riguardato 10.000 richiedenti asilo, viceversa l’Italia ha richiesto il trasferimento solo di 1.000 persone. A riprova di questo, sempre nel 2010 i trasferimenti effettuati verso l’Italia sono stati 2.739 laddove dall’Italia sono state effettivamente trasferite solo 113 persone verso altri paesi. Inoltre, in Italia il volume delle richieste è quasi raddoppiato da quando la Svizzera nel 2009, entrando nell’area Schengen, ha aderito al Regolamento Dublino, perché fino a quel momento i richiedenti asilo che cercavano in Svizzera un soluzione d’accoglienza alternativa non erano “soggetti” al Regolamento stesso.

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La povertà e la vulnerabilità abitativa sono cresciute negli ultimi anni nelle diverse forme possibili, dalla mancanza di riparo dei senzatetto al rischio di perdere la casa che ha colpito anche molte famiglie a reddito medio-basso. Nello stesso tempo le politiche abitative tradizionali, universalizzanti e lineari, non appaiono più in grado di affrontare questi fenomeni. Questo volume contiene i materiali di una ricerca affidata dalla Regione Toscana a un gruppo di lavoro dell’Università di Firenze e della Fondazione Giovanni Michelucci. La ricerca esplora il campo delle pratiche di auto-produzione dell’abitazione in Italia e nel mondo, attraverso una selezione critica di esperienze significative, rivelando la creatività architettonica e sociale dispiegata in una grande varietà di azioni collettive. Il libro contiene inoltre la ricostruzione del disagio abitativo in Toscana e l’indicazione di linee alternative di politiche abitative. La parte finale è dedicata alla ricerca-azione sull’occupazione del Luzzi, il sanatorio dismesso collocato sul confine tra Firenze e Sesto Fiorentino, un caso nel quale si incrociano le contraddizioni e i dilemmi più significativi che ruotano intorno al tema della casa per i nuovi poveri: il problema degli immigrati senza tetto; la difficoltà delle amministrazioni nel gestire problemi di povertà abitativa estrema; il ruolo delle associazioni e delle organizzazioni di mediazione sociale; le difficoltà di una ricerca sociale e urbanistica partecipata. Acquista il libro su IBS
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La povertà e la vulnerabilità abitativa sono cresciute negli ultimi anni nelle diverse forme possibili, dalla mancanza di riparo dei senzatetto al rischio di perdere la casa che ha colpito anche molte famiglie a reddito medio-basso. Nello stesso tempo le politiche abitative tradizionali, universalizzanti e lineari, non appaiono più in grado di affrontare questi fenomeni. Questo volume contiene i materiali di una ricerca affidata dalla Regione Toscana a un gruppo di lavoro dell’Università di Firenze e della Fondazione Giovanni Michelucci. La ricerca esplora il campo delle pratiche di auto-produzione dell’abitazione in Italia e nel mondo, attraverso una selezione critica di esperienze significative, rivelando la creatività architettonica e sociale dispiegata in una grande varietà di azioni collettive. Il libro contiene inoltre la ricostruzione del disagio abitativo in Toscana e l’indicazione di linee alternative di politiche abitative. La parte finale è dedicata alla ricerca-azione sull’occupazione del Luzzi, il sanatorio dismesso collocato sul confine tra Firenze e Sesto Fiorentino, un caso nel quale si incrociano le contraddizioni e i dilemmi più significativi che ruotano intorno al tema della casa per i nuovi poveri: il problema degli immigrati senza tetto; la difficoltà delle amministrazioni nel gestire problemi di povertà abitativa estrema; il ruolo delle associazioni e delle organizzazioni di mediazione sociale; le difficoltà di una ricerca sociale e urbanistica partecipata.

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