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  • Mar 11, 2024
  • 2 minutes


Histadrut, il centro sindacale nazionale israeliano, e PGFTU, confederazione palestinese dei sindacati, entrambi affiliati ITUC, hanno raggiunto un accordo storico per proteggere i diritti dei lavoratori palestinesi assunti da imprenditori israeliani e per basare le relazioni future sulle negoziazioni, sul dialogo e su iniziative comuni per far avanzare “fraternità e coesistenza tra i due popoli.” L’accordo attuale prosegue nel solco di un accordo del 1995, che non è stato possibile realizzare pienamente negli anni passati.

Le caratteristiche principali dell’accordo includono il rimborso da parte di Histadrut a PGFTU delle somme spese per motivi legali e sindacali pagate dal 1993 da palestinesi che lavorano per imprenditori israeliani. Il rimborso è basato su una dettagliata analisi annuale delle somme pagate dai lavoratori palestinesi, tenendo conto di fondi già trasferiti a PGFTU. Il PGFTU avrà piena libertà di decidere come impiegare i fondi, in linea con il proprio statuto.
In futuro, almeno il 50% delle quote di rappresentanza pagate dai palestinesi impiegati in Israele sarà trasferito a PGFTU, per permettere ad entrambe le organizzazioni di fornire servizi sindacali, di rappresentanza e legali ai lavoratori.
La realizzazione dell’accordo, negoziato insieme a ITUC, sarà controllata da un comitato composto dalle due organizzazioni.
“Questo accordo è tremendamente significativo, in un momento in cui le autorità politiche di Israele e Palestina e la comunità internazionale non riescono a trovare soluzioni durature all’impasse politica”, ha dichiarato Guy Rider, segretario generale di ITUC.
Il segretario generale di PGFTU Shaher Sae’d ha detto che l’accordo “rimuove un ostacolo fondamentale alla cooperazione futura e al pieno rispetto dei diritti dei lavoratori palestinesi. Il lavoro dignitoso è la base per la giustizia politica ed economica, e noi saremo in grado di dedicare ancora più attenzione nell’affrontare lo sconvolgente stato dell’economia palestinese e giocare un ruolo più completo nella ricerca per la giustizia, l’onestà e i diritti democratici nella costruzione di uno stato palestinese.”
Ofer Eini, responsabile di Histadrut ha dichiarato: “Siamo molto contenti che questo accordo sia stato raggiunto. Ogni lavoratore, sia israeliano, palestinese o di altra origine, deve avere pieno diritto alle protezioni offerte dagli standard internazionali del lavoro. Il risultato del nostro dialogo con PGFTU può solamente essere di aiuto nel raggiungere questo obiettivo, e aiuta a creare le basi per la cooperazione futura tra sindacati israeliani e palestinesi e a progredire nella ricerca condivisa di giustizia, pace e prosperità per tutta la regione.”

Fonte: http://www.ituc-csi.org

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Un Libro verde adottato oggi dalla Commissione apre il dibattito sul modo in cui le politiche dell’istruzione possono affrontare al meglio le sfide poste dall’immigrazione e dai flussi di mobilità all’interno dell’UE. La presenza di un gran numero di bambini migranti ha implicazioni rilevanti per i sistemi d’istruzione europei. Tra i quesiti chiave vi sono i seguenti: come si può evitare la creazione di contesti scolastici segregati e migliorare quindi l’equità nell’istruzione; come far fronte alla crescente diversità di lingue materne e di prospettive culturali e costruire abilità interculturali; come adattare la didattica e costruire passerelle con le famiglie e le comunità di immigranti.

continua la lettura sul sito Rapid della Commissione
se vuoi leggere il libro verde (in inglese e in pdf) clicca qui

  • 11 Marzo 2024
  • 2 minutes
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Kohei Yamada viene dal Giappone. Per tre anni ha lavorato come cooperante in Malawi, una delle nazioni più povere dell’Africa. Viveva in un villaggio senza acqua corrente ed elettricità. In Malawi oltre il 14% degli adulti è sieropositivo, e in molti hanno paura di fare un test per l’HIV: la paura di essere abbandonati da parenti e amici è troppo forte.


Così Kohei ha deciso di scrivere una canzone per ridurre lo stigma verso i malati di HIV.


La canzone parla di un ragazzo, positivo al test, che dice alla sua ragazza di lasciarlo per trovare un uomo migliore. Ma lei risponde “non dire così, staremo insieme per sempre”.


La canzone è stata scritta per la prima volta in Chichewa, la lingua del Malawi. Kohei non parla chichewa, non è un musicista nè un cantante, ma con l’aiuto di un musicista del Malawi, convinto che uno straniero che canta in lingua locale avrebbe attirato l’attenzione, ha composto questa canzone dal titolo “Ndimakukonda”, ovvero Ti amo.


Il video della canzone passa continuamente sulla televisione locale. Mostra la coppia che si incontra, si innamora e tutti i passi del test per l’HIV. Durante il video appare Kohei in kimono. In teoria doveva rappresentare un samurai che combatte l’AIDS. Molti malawiani non l’hanno capito: “Mi chiedono sempre se sono un maestro di Kung fu o di Karate, cintura nera o cose del genere. E dico sempre si, sono cintura nera. E mi rispettano sul serio, sapete (ride).”
In Malawi ha ottenuto la nomination per il Grammy locale.

Kohei Yamada ha poi pubblicato la canzone in Giappone, e ha dato vita ad un’associazione per raccogliere fondi da destinare alla lotta all’AIDS.


L’anno scorso ha pubblicato la canzone in swahili e quest’anno in tigrino, con la presentazione in Eritrea. Il suo obiettivo è di replicare il successo del Malawi, diffondendo la cultura della prevenzione con la musica.

  • 11 Marzo 2024
  • 2 minutes

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