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Comunicato stampa ILO 29 ottobre 2010
Esperti adottano un nuovo Codice ILO sulla salute e la sicurezza in agricoltura
GINEVRA (ILO News) – Esperti rappresentanti dei lavoratori, imprenditori e governi, riuniti presso l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), hanno adottato una nuova bozza di Codice di raccomandazioni pratiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Il documento è stato concepito per migliorare le condizioni lavorative nel settore agricolo che impiega circa un miliardo di lavoratori in tutto il mondo.
La nuova bozza è stata adottata da 15 esperti di governi, organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori a conclusione di una riunione di 5 giorni e sarà presentata al Consiglio di amministrazione dell’ILO (marzo 2011) per la sua approvazione.
L’obiettivo generale del nuovo Codice è quello di promuovere una cultura della prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro nel settore agricolo che occupa oltre un terzo della forza lavoro mondiale. Il Codice va a completare la Convenzione (n°184) dell’ILO sulla salute e sicurezza in agricoltura del 2001 e la relativa raccomandazione n°192, e costituisce uno strumento di orientamento per l’applicazione pratica della normativa internazionale.
L’agricoltura è il settore più importante per l’occupazione femminile in numerosi paesi, specialmente in Africa e Asia, e rappresenta circa il 70% del lavoro minorile su scala mondiale.
L’adozione del Codice contribuirà: a sensibilizzare sui rischi e i pericoli legati al settore agricolo, così come a rendere più efficace la sua gestione e controllo; a prevenire incidenti nel lavoro e malattie professionali, nonché a migliorare l’ambiente lavorativo; a incoraggiare governi, datori di lavoro, lavoratori e altri stakeholder a collaborare per prevenire incidenti e malattie; e a promuovere atteggiamenti e comportamenti corretti in materia di salute e sicurezza in agricoltura.
Il lavoro in agricoltura comporta l’utilizzo di diversi tipi di macchinari, animali, impianti e prodotti, e le imprese agricole variano da piccole fattorie di sussistenza a grandi aziende altamente meccanizzate.
“Questa varietà, sia in termini di lavoro che di struttura, incide in modo significativo sui livelli di consapevolezza del rischio e sull’atteggiamento nei confronti della prevenzione degli incidenti e delle malattie. L’agricoltura è infatti uno dei settori più pericolosi e molti lavoratori agricoli ogni anno sono vittime di incidenti sul lavoro e di malattie professionali”, ha spiegato Elisabeth Tinoco, Direttrice del Programma delle attività settoriali dell’ILO.
Il nuovo Codice porterà alla creazione di un quadro di riferimento nazionale in cui saranno specificati i ruoli delle autorità competenti, dei datori di lavoro, dei lavoratori e delle loro organizzazioni, e includerà disposizioni specifiche per identificare e affrontare i principali rischi e pericoli del settore.
Il Codice dell’ILO è destinato a utenti del settore pubblico e privato che hanno responsabilità in materia di salute e sicurezza in relazione a pericoli, settori di attività o attrezzature specifiche. Va ricordato che il Codice non sostituisce la legislazione, la regolamentazione o la normativa nazionale  in vigore.
Pagina web ILO sull’incontro degli esperti
Pagina web ILO su salute e sicurezza in agricoltura

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Gli ultimi dati del governo indicano che il numero di persone direttamente colpite dall’alluvione sono 17,2 milioni, su un’area che si estende dal confine cinese fino alla foce del fiume Indo. Il bilancio delle vittime è salito leggermente a 1.542, con 2.327 feriti accertati. Un totale di 1,2 milioni di case sono state danneggiati o distrutti (tutte le cifre provengono dalle autorità provinciali e nazionali di gestione dell’emergenza).

Altre città e villaggi nel distretto di Qamber Shahdadkot nel Sindh sono stati inondati il 24 agosto. Le immagini satellitari del 23 agosto hanno mostrato le acque alluvionali crescente avanzare entro 1,3 km dalla città di Shahdadkot, che continua ad essere sotto diretta minaccia di inondazioni. Un gran numero di persone sono ancora bloccate dalle acque nei distretti di Jaffarabad e Nasirabad nel Balochistan, dove le operazioni di soccorso sono in corso. Le autorità di Jaffarabad hanno annunciato che il bilancio delle vittime nel distretto è salito a 50.

L’onda di piena continua a passare attraverso lo sbarramento di Kotri nel sud del Sindh, e diverse zone di bassa altitudine dei distretti di Hyderabad, Jamshoro, Dadu e Thatta hanno segnalato di essere sotto l’acqua. Esodi su larga scala hanno avuto luogo da queste zone verso posti più sicuri, fra cui Karachi. Il Dipartimento Meteorologico ha riferito il 25 agosto che il livello delle acque a Kotri resterebbe “eccezionalmente elevato” per le prossime 24 ore, con ulteriori inondazioni previste nelle aree circostanti. Con una stima di 800.000 persone in Sindh ora nei campi di soccorso e in insediamenti spontanei, le autorità provinciali hanno chiesto sostegno all’UNHCR attivando il coordinamento e la gestione dei campi. Continua la lettura sul sito di ISCOS

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segnaliamo da Fortress Europe La foto è di Ainara Makalilo. Su Rebelion potete vedere gli altri suoi scatti e leggere la preziosa analisi di Alma Allende, in spagnolo. L’ha scattata martedì nella piazza della kasbah di Tunisi, dove da ormai cinque giorni, ventiquattr’ore su ventiquattro, i giovani delle regioni più povere del paese presidiano la sede del governo per chiedere le dimissioni degli uomini vicini al regime del deposto di Ben Ali, supportati da scioperi e manifestazioni in tutto il paese. Nella foto si vede un manifesto appeso al muro della sede del primo ministro, su cui c’è scritto in italiano: “No voi andare Italia in barca“. È un messaggio per la nostra ipocrita Europa, che ama riempirsi la bocca di retorica sui diritti umani, ma che per 23 anni ha appoggiato uno stato di polizia che ha represso ogni forma di libertà in questo paese, in nome della lotta al terrorismo. I ragazzi oggi in piazza sono gli stessi che fino all’anno scorso prendevano il largo per Lampedusa. Ed è lo stesso il loro coraggio. Quello di chi rischia la vita in mare o sfida i fucili dei cecchini del regime nelle proteste di piazza con uno stesso rivoluzionario obiettivo: cambiare il proprio destino. Un concetto che evidentemente sfugge a un reazionario come il vicesindaco di Milano, che nelle rivolte del sud del Mediterraneo legge soltanto il pericolo di un’invasione di ladri e accattoni. […] Continua a leggere su Fortress Europe

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