Con l’attuale crisi mondiale che coinvolge anche i Paesi e le economie notoriamente più avanzate, licenziare un volume sulla cooperazione internazionale allo sviluppo appare quanto mai imbarazzante. Tutte le azioni compiute singolarmente dai Paesi ricchi, o intraprese sotto l’egida delle Nazioni Unite e nel quadro delle altre organizzazioni internazionali, sembrano aver offerto negli ultimi sessant’anni risultati solo deludenti, come dimostra la situazione economico-sociale tuttora precaria dei Paesi eternamente e ottimisticamente detti “in via di sviluppo”.
Ancora oggi intere popolazioni vivono al di sotto degli standard minimi di sopravvivenza. Stanti queste premesse, che senso ha, dunque, scrivere in termini positivi di “cooperazione internazionale” e di “sviluppo”? Questo volume fa il punto dei risultati conseguiti dalle politiche di cooperazione e sviluppo (e delle teorie ad essi sottese) che Stati e organizzazioni internazionali (governative e non) hanno intrapreso per liberare i Paesi del Sud del mondo dalle necessità primarie e per allontanare gli esseri umani dagli spettri della fame, delle malattie e dell’ignoranza.
L’istinto hobbesiano di sopraffazione (sintetizzato dalla celebre espressione homo homini lupus), come si vedrà, non è stato mai debellato, ma si è perpetrato nei secoli fino ad assumere le recenti forme del neocolonialismo e dello sfruttamento indiscriminato di risorse.
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Compendio di cooperazione ed economia dello sviluppo – – Libro – IBS – Edizioni Giuridiche Simone – Compendi.
Qual è lo stato di salute della cooperazione allo sviluppo italiana? A questa e altre domande prova a rispondere “L’Italia e la lotta alla povertà nel mondo”, un rapporto indipendente con il quale ActionAid offre una valutazione sul mantenimento degli impegni sottoscritti dal nostro Paese a sostegno di iniziative di lotta alla povertà nel mondo.
La XVI legislatura è stata caratterizzata da profondi cambiamenti economici; sono stati anni di grandi difficoltà che non hanno risparmiato i Paesi in via di sviluppo, per i quali i margini di crescita si sono ridotti e i progressi nella lotta alla povertà sono stati messi a rischio.
Alla fine della legislatura l’Italia si collocherà tra le ultime posizioni nella classifica dei donatori, con un rapporto APS/PIL per il 2012 dello 0,12%. Una tendenza, questa, da cambiare con decisione: il rilancio del nostro Paese a livello internazionale passa anche dal rispetto di un impegno fondamentale come quello della lotta alla povertà nel mondo.
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