Search
Uncategorized
Mar 11, 2024

l’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il gruppo intergovernativo che si occupa dello studio del cambiamento climatico, ha diffuso la prima parte del suo nuovo e atteso rapporto sul clima, concludendo che il riscaldamento globale è principalmente causato dalle attività dell’uomo. Negli ultimi giorni si era discusso molto sui dati che sarebbero stati comunicati dall’IPCC, spesso criticato dagli scettici sulle teorie sul cambiamento climatico. Le informazioni contenute nel rapporto danno nuovi importanti elementi per comprendere che cosa è successo e che cosa potrà succedere al clima della Terra.

Gli esperti dell’IPCC dicono di essere sicuri “al 95 per cento” che le attività umane siano la “causa dominante” nei processi di riscaldamento del pianeta e che lo siano state almeno a partire dagli anni Cinquanta del Novecento (nel 1995 il livello di certezza era pari al 50 per cento, nel 2011 al 66 per cento, e nel rapporto più recente del 2007 al 90 per cento). Nella versione riassunta indirizzata ai governi del rapporto, che sarà diffuso integralmente nei prossimi giorni, si spiega che il riscaldamento dell’aria, degli oceani e del suolo è “inequivocabile” e che il rallentamento del fenomeno negli ultimi 15 anni non dimostra molto, perché si tratta di un periodo troppo breve per valutare l’andamento nel lungo termine delle temperature. Il rapporto dell’IPCC spiega che se si continueranno a emettere grandi quantità di gas serra, come l’anidride carbonica prodotta dalla combustione dei combustibili fossili (carbone, derivati del petrolio, ecc), si potranno verificare nuovi cambiamenti nel sistema climatico con gravi conseguenze per gli ecosistemi. Per evitare questi cambiamenti l’IPCC raccomanda l’adozione di nuove soluzioni che portino a una “riduzione sostanziale e cospicua delle emissioni di gas serra”. viaCosa dice il nuovo rapporto sul clima | Il Post. Per leggere il documento riservato ai politici tradotto in italiano clicca qui:  http://transitionitalia.wordpress.com/2013/09/27/ipcc-ar5-lultima-sveglia/  

Uncategorized
Uncategorized
Mar 11, 2024

I lavori per ospitare la coppa del Mondo in Qatar nel 2022 costeranno la vita a circa 4000 lavoratori migranti: è la stima scioccante diffusa dalla Confederazione internazionale dei sindacati dei lavoratori (Ituc), e basata su oltre due anni di osservazione nelle imprese del settore edile dell’emirato. Secondo l’Ituc, “circa mezzo milione di migranti – in provenienza principalmente da Nepal, India e Sri Lanka – sbarcheranno nel paese per completare i lavori di stadi, hotel e infrastrutture prima del calcio d’avvio della competizione”. E se il governo di Doha non provvederà ad approvare riforme profonde nel settore edilizio “il numero di morti sul lavoro rischia di raggiungere quota 600 all’anno, circa una dozzina di vittime alla settimana”. La Confederazione punta l’accento su i migranti nepalesi e Indiani, che costituiscono il nocciolo duro dell’esercito di oltre un milione e 200.000 lavoratori stranieri residenti nel piccolo, ricchissimo, paese del Golfo. In una recente inchiesta, il quotidiano inglese ‘The Guardian’ aveva rivelato che oltre una quarantina di migranti nepalesi sono morti in Qatar tra il 4 giugno e l’8 agosto di quest’anno, in parte per attacchi di cuore e in altri casi per incidenti sul lavoro. I migranti hanno raccontato le condizioni insopportabili di lavoro, a temperature che superano i 50° all’ombra, le proibizioni imposte per andare al bagno o bere acqua fresca e altre vessazioni a cui erano sottoposti. Una situazione che i governi asiatici da cui i migranti provengono conoscono fin troppo bene e per cui più volte si sono lamentati anche a livello ufficiale con le autorità di Doha. “La valutazione basata sui tassi di mortalità dei lavoratori migranti in Qatar mostra che sta morendo in media almeno un lavoratore al giorno. In assenza di misure concrete per affrontare la situazione e in vista di un aumento del 50% della forza lavoro migrante, si assisterà in contemporanea ad un aumento dei decessi” riferiscono gli esperti. Si stima che il Qatar, il paese più ricco del mondo per reddito pro capite, stia spendendo l’equivalente di cento miliardi di euro per la costruzione di infrastrutture di trasporti, alberghi, stadi e altre strutture in vista della Coppa del Mondo di calcio del 2022. viaI MIGRANTI E LA COPPA DEL MONDO, VITE PERDUTE PER STADI E ALBERGHI | Misna – Missionary International Service News Agency.

Uncategorized
Uncategorized
Mar 11, 2024

Assalitori armati hanno cercato di introdursi in casa di un leader sindacale honduregno.

Honduras: proteggi la vita del leader sindacale Victor Crespo

Victor Crespo, Segretario Generale del Sindicato Gremial de Trabajadores del Muelle (SGTM), ha cominciato a ricevere una serie di minacce di morte anonime da quando il suo sindacato ha intavolato una trattativa per un contratto collettivo con il nuovo gestore di Puerto Cortes, ICTSI (International Container Terminal Services, Inc). Dopo l’attacco, la Federazione Internazionale dei Lavoratori dei trasporti (ITF) si è mobilitata per garantire la sicurezza di Crespo. Ora si trova in un luogo sicuro e la polizia e il Presidente dell’Honduras, l’ILO (International Labour Organization) e ICTSI sono stati tutti contattati e avvisati. L’ITF chiede al Presidente di garantire la sicurezza di Crespo tramite la protezione della polizia e di dare garanzie ai lavoratori perchè possano esercitare il loro diritto legale alla contrattazione collettiva viaHonduras: proteggi la vita del leader sindacale Victor Crespo.

Uncategorized
Mar 11, 2024

Avanti con la candidatura dell’Albania e rilancio dei negoziati con la Turchia, nonostante Ankara resti ‘sorvegliata speciale’ sul fronte delle libertà dei media e di espressione dopo gli incidenti della scorsa estate: l’Unione dei 28 vuole ancora credere in un futuro allargamento, dopo l’ultimo ingresso della Croazia lo scorso luglio. A ribadirlo è la Commissione europea, che per la quinta volta propone di aprire la porta a Skopje, nota i progressi di Podgorica, sottolinea l’importanza del dialogo Serbia-Kosovo mentre boccia sonoramente i leader politici della Bosnia-Erzegovina. Tutto ciò mentre resta congelato, per volontà di Reykjavic, il dossier Islanda. “L’allargamento non arriva con il pilota automatico, è una politica seria sottoposta a rigide condizioni” ha ricordato il commissario Ue competente, Stefan Fule, sottolineando “il potere di trasformazione” dell’intero processo, come dimostra l’accordo Serbia-Kosovo. A fare il punto è il rapporto sull’allargamento, la pagella annuale dell’esecutivo europeo sui Paesi candidati e potenziali candidati all’adesione. Per i Paesi dei Balcani occidentali il leit motiv è la lotta contro la corruzione e il crimine organizzato, mentre per tutti rimane la preoccupazione per la libertà di espressione e dei media, la tutela delle minoranze. -ALBANIA. Conquista la raccomandazione per lo status di Paese candidato, anche se a decidere saranno i leader dei 28 al Consiglio Ue di dicembre. Cruciale il test delle ultime elezioni politiche, condotte “in maniera regolare e ordinata”, e i “buoni progressi” nel percorso di riforme indicate da Bruxelles. -TURCHIA. Bruxelles apprezza le riforme e l’emergere della società civile “che vuole avere il suo ruolo in una democrazia partecipativa, anche fra un voto e l’altro” ha sottolineato Fule. Di qui la richiesta di “ridare slancio” ai negoziati di adesione e di puntare subito sui capitoli giustizia e diritti fondamentali, soprattutto alla luce della repressione delle manifestazioni di protesta dell’estate scorsa. -SERBIA. Dopo l’ok all’avvio dei negoziati di adesione, Bruxelles guarda alle prossime elezioni locali in Kosovo e chiede a Belgrado di incoraggiare “un’ampia partecipazione” dei serbi. Rimangono “essenziali” progressi nelle relazioni con Pristina e più sforzi nelle riforme. -KOSOVO. Pristina incassa il via libera all’avvio dei negoziati con l’Ue per l’accordo di stabilizzazione e associazione (Asa) il prossimo 28 ottobre. Progressi anche sul fronte della liberalizzazione dei visti che sarà valutata entro giugno 2014. -MONTENEGRO. Continua ad avanzare, ora deve attuare i piani d’azione sui capitoli giustizia e diritti fondamentali. – MACEDONIA. Per la quinta volta Bruxelles raccomanda l’apertura dei negoziati di adesione, ma resta da superare la disputa sul nome con la Grecia. -BOSNIA-ERZEGOVINA. La Commissione ufficializza una bocciatura che nasce dall’incapacità di superare l’impasse istituzionale venutosi a creare nel Paese. viaAllargamento, avanti con Turchia e Albania – Altre news – ANSA Europa – ANSA.it.

Uncategorized
Mar 11, 2024

Nonostante gli annunci della vigilia, restano intatte le grandi diseguaglianze che caratterizzano il nostro paese. Sulle politiche sociali la continuità con i governi precedenti è sostanziale. I soldi per rafforzare il nostro welfare stremato dai tagli degli ultimi anni non si trovano, ma per l’acquisto di nuove navi militari – 340 milioni in tre anni – sì I numeri (ancora fluttuanti) della bozza di legge di stabilità approvata dal Consiglio dei ministri due giorni fa sono deludenti e iniqui: non solo, come è stato già ampiamente osservato, non rispondono alle esigenze di rilanciare l’economia e lo sviluppo, ma lasciano intatte le grandi diseguaglianze che caratterizzano il nostro paese. E le sapienti operazioni di di comunicazione, come l’annuncio di tagli alla sanità poi per fortuna assenti nella bozza della legge, non modificano il segno delle scelte del governo delle larghe intese. Le poche informazioni contenute nel testo sulle politiche sociali mostrano ancora una volta che alla retorica dell’indignazione ostentata nel dibattito pubblico di fronte all’aumento della disoccupazione, delle diseguaglianze di reddito, della povertà, del disagio abitativo che vivono migliaia di persone, non seguono scelte conseguenti. La riduzione del cuneo fiscale di circa 10 miliardi in tre anni(-2,7 miliardi nel 2014, 1,2 miliardi sull’Iperf per i lavoratori, 1 miliardo per le imprese) non può certo essere considerata un volano per il rilancio della domanda interna e dell’economia. Ben altro servirebbe per rilanciare l’occupazione: una strategia industriale di lungo respiro che sino ad oggi non si vede. Così come resta la scelta di non applicare la costituzione laddove prevede che il prelievo fiscale sia ispirato alla progressività. Non si sceglie di colpire chi ha di più (con una tassa patrimoniale), anzi si introduce una nuova imposta, la Trise, che pagheranno anche gli inquilini. Ma è sulle politiche sociali che vale la pena di soffermarsi, perchè la continuità con l’operato dei governi precedenti è sostanziale checchè ne dica il Presidente del Consiglio. 300 milioni per il Fondo nazionale per le Politiche sociali, 250 per il Fondo sulla non autosufficienza, (con la restrizione dei requisiti di accesso alle indennità di accompagnamento); 100 milioni per lavori socialmente utili; 250 milioni in più per la caritatevole “carta acquisti” (estesa ai cittadini stranieri lungosoggiornanti), 380 o 400 milioni (non è chiaro) per il 5×1000, 10 milioni (dieci) per il Fondo nazionale contro la violenza sessuale, 150 milioni in più per i Fondo ordinario dell’università, 220 milioni di finanziamenti per le scuole private e 6000 “esodati” protetti in più: queste le principali misure previste. La sanità non è tagliata: ma si faccia un giro negli ospedali per vedere come la carenza di organico, accompagnata dal ricorso a centinaia di giovani tirocinanti non pagati che operano nelle corsie insieme a medici e infermieri, sta colpendo pesantemente la qualità del nostro sistema sanitario. Del tutto assenti le risorse per la sperimentazione di una forma di sostegno al reddito: neanche la misura di lotta alla povertà più volte annunciata dal ministro Giovannini nelle settimane scorse è contenuta nel testo. Nè vi è traccia di finanziamenti per un piano di edilizia residenziale pubblica. I soldi per rafforzare il nostro welfare stremato dai tagli degli ultimi anni non si trovano, ma per l’acquisto di nuove navi militari (340 milioni in tre anni, 80 per il 2014) sì. Molti annunci, ma le scelte rimangono le stesse e i conti “diseguali”. viaFinanziaria, i conti sono diseguali / italie / Sezioni / Home – Sbilanciamoci.

1 3 4 5 143