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Mar 11, 2024

Segnaliamo questo evento della Provincia di Macerata:

La Provincia di Macerata per l’Eritrea e la Palestina

Una serata di musica, filmati, testimonianze sui progetti di cooperazione sostenuti dalla Provincia.

Per il programma completo clicca qui








ISCOS Marche

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Mar 11, 2024

la delegazione di Massawa nella sede ISCOS MarcheGiovedì scorso si è svolto un incontro presso la nostra sede ad Ancona con la delegazione della città di Massawa e l’assessore Brisighelli del Comune di Ancona.

E’ stata un’occasione per ricordare i progetti di ISCOS Marche svolti fino ad oggi e per fare il punto sugli ulteriori possibili sviluppi.

Le esigenze emerse nell’incontro sono quelle di un sostegno per la formazione del personale dell’amministrazione comunale, per la gestione del ciclo dei rifiuti, la ristrutturazione di edifici e più in generale la politica urbanistica.

La delegazione era composta dal Sindaco di Massawa, signora Tesfai Zeru, Humod Caricare, Comandante della Marina, Mebratu Mael responsabile per le costruzioni di strade, ferrovie e case, Afeworki Tesfazion manager del porto e Yacob Tecleab manager della pesca.


Delegazione Massawa, Mazzieri, Mastrovincenzo



ISCOS Marche

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Mar 11, 2024

Da tre anni riceviamo con molto piacere il contributo del Consorzio Agrario Provinciale di Macerata.
L’iniziativa si chiama “Un chicco di grano per la vita”.
Il funzionamento è questo: al momento del conferimento dei cereali presso un centro di raccolta del Consorzio Agrario si può lasciare in donazione del grano che sarà registrato come missione Kibiti – Tanzania di Padre Adalberto Galassi.
Il primo anno sono stati consegnati fisicamente dei cereali alle famiglie più bisognose (la foto si riferisce a quell’iniziativa).
Adesso stiamo puntando più in alto raccogliere fondi per avviare un’azienda agricola didattica, insieme all’associazione UWAWARU (associazione di Cristiani e Musulmani uniti) e alle istituzioni locali.
Per sostenere questo progetto è possibile fare versamenti sui conti seguenti:

Bonifico: IBAN IT19 O 053 0802 6840 0000 0017 396
Versamento postale: ccp 17541608

Causale: Progetto Kibiti




ISCOS Marche

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Mar 11, 2024

Bonanni Gaza crisi israeliana palestineseRoma 5 gen.- “La Cisl esprime grande preoccupazione per la situazione della popolazione civile a Gaza stretta tra i due fuochi delle milizie di Hamas e dell’esercito israeliano.
La Cisl chiede che si fermi subito la spirale di violenza e che si arrivi ad una tregua per permettere alla diplomazia di riprendere in mano la situazione e riavviare il processo di pace. Come ha ben detto Benedetto XVI la guerra e l’odio non sono la soluzione dei problemi.
Come sempre la guerra rischia di accentuare gli estremismi all’interno dello stesso mondo palestinese, che ricordiamo, in maggioranza non si identifica con Hamas, per il quale, per lo più, vita o martirio sono la stessa cosa. La Cisl condanna con forza l’azione del regime fanatico di Hamas che ha rotto la tregua con i suoi razzi in territorio israeliano e che ha provocato la risposta militare di Israele.
In una situazione internazionale in cui lo stesso ONU sembra paralizzato, la Cisl chiede che l’Unione Europea e l’Italia con un suo ruolo attivo in essa, eserciti una leadership unitaria facendosi garante diretta di una tregua immediata; provvedendo agli aiuti umanitari alla popolazione civile palestinese di Gaza; offrendo una sua forza di interposizione che impedisca il lancio di razzi e garantisca la sicurezza di Israele.
Israele ritirandosi deve riprendere immediatamente il processo di pace il cui sbocco non può che essere il suo diritto alla sicurezza ed il diritto dei palestinesi ad avere il proprio Stato nei territori occupati.
La Cisl darà il suo contributo perchè il sindacato israeliano Histadrut e il sindacato palestinese continuino il rapporto di dialogo e collaborazione che negli ultimi mesi ha dato frutti positivi; la partecipazione diretta del mondo del lavoro israeliano e palestinese, con i propri sindacati alla costruzione di una pace duratura e della convivenza è indispensabile per tutta l’area Mediorientale.”




ISCOS Marche

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Mar 11, 2024

Tavola della Pace
Appello a tutte le donne e uomini di buona volontà Fermare la guerra a Gaza è un obiettivo possibile

Sabato 17 gennaio 2009 – ore 10.00

Incontriamoci ad Assisi per la pace in Medio Oriente in nome dei diritti umani e della legalità internazionale, gridiamo insieme: “Fermatevi! Fermiamola!”


Quanti bambini, quante donne, quanti innocenti dovranno essere ancora uccisi prima che qualcuno decida di intervenire e di fermare questo massacro? Quanti morti ci dovranno essere ancora prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta?

La guerra deve essere fermata ora. Non c’è più tempo per la vecchia politica, per la retorica, per gli appelli vuoti e inconcludenti. E’ venuto il tempo di un impegno forte, autorevole e coraggioso dell’Italia, della comunità internazionale e di tutti i costruttori di pace per mettere definitivamente fine a questa e a tutte le altre guerre.

Giovani, donne, uomini, gruppi, associazioni, sindacati, enti locali, media, scuole, parrocchie, chiese, forze politiche: “chiediamo a ciascuno di fare qualcosa!”

“Non ci sarà pace nel mondo finchè non regnerà in quelle terre piena pace. E tutti gli sforzi di pace in quelle terre avranno una ripercussione straordinaria sul pianeta intero.” Card. Carlo Maria Martini




ISCOS Marche

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Mar 11, 2024

Riceviamo da Stefano Mastrovincenzo, segretario CISL Marche, e pubblichiamo:

La Cisl sta lavorando insieme alla Cgil ed alla Uil per organizzare un incontro a Roma dei Segretari Generali del Sindacato israeliano Histadrut e del Sindacato palestinese PGFTU, perché dal mondo del lavoro dei due paesi in conflitto possa giungere un contributo ad una forte iniziativa di pace.

La Cisl, in base alla posizione assunta dall’Organizzazione, e riassunta nella dichiarazione di Raffaele Bonanni diffusa a mezzo stampa, parteciperà all’iniziativa promossa per il 17 gennaio ad Assisi dalla Tavola della Pace.


ISCOS Marche

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Mar 11, 2024

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Fermare la guerra a Gaza non è un obiettivo impossibile.
Dobbiamo fare la nostra scelta.
Complici della guerra o costruttori di pace?



Quanti bambini, quante donne, quanti innocenti dovranno essere ancora uccisi prima che qualcuno decida di intervenire e di fermare questo massacro? Quanti morti ci dovranno essere ancora prima che qualcuno abbia il coraggio di dire basta?

Vergogna! Quanto sta accadendo è vergognoso. Vergognoso è il silenzio dell’Italia e del mondo. Vergognosa è l’inazione dei governi europei e del resto del mondo che dovevano impedire questa escalation. Vergognoso è il veto con cui gli Stati Uniti ancora una volta stanno paralizzando le Nazioni Unite. Vergogna!

Niente può giustificare un bagno di sangue. Nessuna teoria dell’autodifesa può farlo. Nessuno può rivendicare il diritto di compiere una simile strage di bambini, giovani, donne e anziani senza subire la condanna della comunità internazionale. Nessuno può arrogarsi il diritto di infliggere una simile punizione collettiva ad un milione e mezzo di persone. Nessuno può permettersi di violare impunemente la Carta delle Nazioni Unite, la legalità e il diritto internazionale dei diritti umani.

Tutto questo è inaccettabile. Inaccettabile è il lancio dei missili di Hamas contro Israele. Inaccettabile è la guerra scatenata da Israele contro Gaza. Inaccettabile è l’assedio israeliano della Striscia di Gaza. Inaccettabile è la continuazione dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Inaccettabili sono le minacce di distruzione dello Stato di Israele. Inaccettabili sono le violenze, le umiliazioni e le immense sofferenze quotidiane inflitte ai palestinesi e la costante violazione dei fondamentali diritti umani. Inaccettabile è il nuovo muro costruito sulla terra palestinese. Inaccettabile è il silenzio e l’inazione irresponsabile dell’Onu, dell’Europa e dell’Italia.

La continuazione di questo dramma è una tragedia per tutti. La più lunga della storia moderna. Nessuno può chiamarsi fuori. Siamo tutti coinvolti. Tutti corresponsabili. Questa guerra non sta uccidendo solo centinaia di persone ma anche le nostre coscienze e la nostra umanità. Il nostro silenzio corrode la nostra dignità.

Complici della guerra o costruttori di pace? Dobbiamo fare la nostra scelta. Altre opzioni non ci sono.

Di fronte a queste atrocità, dobbiamo innanzitutto cambiare il modo di pensare. Non ha alcun senso schierarsi con gli uni contro gli altri. Occorre trovare il modo per aiutare gli uni e gli altri ad uscire dalla terrificante spirale di violenza che li sta brutalizzando. Anche la teoria dell’equidistanza è insensata perché nega la verità e falsa la realtà. La vicinanza a tutte le vittime è il modo più giusto di cominciare a costruire la pace in tempo di guerra.

Dobbiamo uscire dalla cultura della guerra. E’ vecchia e fallimentare. Nessuna guerra ha mai messo fine alle guerre. La guerra può raggiungere temporaneamente alcuni obiettivi ma finisce per creare problemi più grandi di quelli che pretende di risolvere. Non c’è nessuna possibilità di risolvere i problemi dei palestinesi, di Israele e del Medio Oriente attraverso l’uso della forza. La via della guerra è stata provata per sessant’anni senza successo. Anche il buon senso suggerisce di tentare una strada completamente nuova.

Dobbiamo pensare e realizzare il Terzo. Non sarà possibile risolvere la questione palestinese o mettere fine alle guerre del Medio Oriente senza l’intervento di un Terzo al di sopra delle parti. Oggi questo Terzo purtroppo non esiste. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu è ancora paralizzato dal veto degli Stati Uniti. I governi europei sono divisi e incapaci di sviluppare una politica estera comune. Ma questa realtà non è immutabile. Esserne consapevoli deve spingerci a lavorare con ancora maggiore determinazione per pensare e realizzare il Terzo di cui abbiamo urgente bisogno.

Fermare la guerra non è un obiettivo impossibile. Le Nazioni Unite devono cambiare, imporre l’immediato cessate il fuoco, soccorrere e proteggere la popolazione intrappolata nella Striscia di Gaza. L’Europa deve agire con decisione e coerenza per fermare questa inutile strage e ridare finalmente la parola ad una politica nuova. Non può permettersi di sostenere una delle due parti. Deve avere un autentico ruolo conciliatore.

La guerra deve essere fermata ora. Non c’è più tempo per la vecchia politica, per la retorica, per gli appelli vuoti e inconcludenti. E’ venuto il tempo di un impegno forte, autorevole e coraggioso dell’Italia, della comunità internazionale e di tutti i costruttori di pace per mettere definitivamente fine a questa e a tutte le altre guerre del Medio Oriente. Senza dimenticare il resto del mondo. Per questo, dobbiamo fare la nostra scelta.

Giovani, donne, uomini, gruppi, associazioni, sindacati, enti locali, media, scuole, parrocchie, chiese, forze politiche: “a ciascuno di fare qualcosa!”

Perugia, 6 gennaio 2009

Tavola della Pace, Coordinamento Nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani, Acli, Agesci, Arci, Articolo 21, Cgil, Pax Christi, Libera – Associazioni Nomi e Numeri contro le mafie, Legambiente, Associazione delle Ong italiane, Beati i Costruttori di pace, Emmaus Italia, CNCA, Gruppo Abele, Cipsi, Banca Etica, Volontari nel Mondo Focsiv, Centro per la pace Forlì/Cesena, Lega per i diritti e la liberazione dei popoli (prime adesioni, 6 gennaio 2009)


Le adesioni vanno indirizzate alla Tavola della pace
via della viola, 1 (06100) Perugia 075.5736890 – Fax 075.5739337
segreteria@perlapace.itwww.perlapace.it




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