Le undicesime elezioni presidenziali iraniane, vinte da Hassan Rowhani, hanno destato ancora una volta stupore. Non solo all’estero.
La prima e più importante considerazione che può essere formulata a commento dello strabiliante risultato di venerdì 14 giugno, in barba alla tradizionale e stereotipata visione dell’Iran come “la repubblica degli Ayatollah”, è che la Guida Ali Khamenei ha garantito un voto libero e spontaneo.
Per tutti quelli che, da mesi, profetizzavano l’elezione pilotata di un fedele delfino del rahbar alla presidenza, unitamente a un’epocale astensione degli iraniani, deve essere stato difficile accettare l’evidenza dell’elezione al primo turno di un candidato essenzialmente riformista, grazie alla massiccia partecipazione al voto di oltre il 70% degli elettori.
Un trionfo e una manifestazione di sostegno politico paragonabile a quello che portò nel 1997 Khatami alla presidenza e successivamente ad un secondo mandato.
Il dato diramato domenica dal ministero dell’Interno offre una chiara panoramica sull’esito delle elezioni, confermando la vittoria di Hassan Rowhani con 18.613.329 voti, pari al 50,71% delle preferenze espresse dagli elettori.
viaRohani presidente, l’Iran stupisce ancora – rivista italiana di geopolitica – Limes.