Le barriere non fermano i migranti. Ieri, centinaia di persone hanno preso d’assalto in quattro punti diversi il “muro” che separa l’enclave spagnola di Ceuta dal territorio del Marocco: dopo una enorme rissa con gli agenti della guardia civil spagnola, in circa 400 circa sono riusciti a sfondare e a entrare in territorio europeo.
È il primo grande blitz del 2017 — ricordano gli analisti — dei numerosi migranti subsahariani che cercano di arrivare nell’Unione europa da una delle due frontiere terrestri (l’altra è Melilla, l’enclave spagnola sempre in territorio marocchino) fra l’Africa e un paese comunitario. Il 9 dicembre scorso, in una operazione analoga, altri 800 migranti, uomini, donne e bambini provenienti dai più svariati paesi africani danneggiati da guerre, povertà e persecuzioni d’ogni tipo, avevano tentato di forzare il passaggio. In 438 ce l’avevano fatta.
Anche a gennaio circa 1100 migranti avevano provato a entrare a Ceuta, ma la maggior parte di loro era stata respinta dalle forze di sicurezza. Nell’assalto di ieri cinque agenti spagnoli sono rimasti feriti, come pure circa 35 migranti che hanno riportato fratture, contusioni e tagli nella scalata del “muro”, o nella colluttazione con la polizia durante il tentativo di sfondare la rete. Almeno 55 profughi sono stati invece intercettati prima che riuscissero a toccare il suolo spagnolo ed europeo nella cosiddetta “terra di nessuno”, fra le recinzioni della enclave e sono stati respinti verso il Marocco.