La rivoluzione tunisina celebra oggi il suo anniversario. Inevitabile non tentare di azzardare un bilancio a 5 anni esatti dalla cacciata del potente presidente Ben Alì, cominciata il 17 dicembre del 2010 con il gesto disperato di un giovane venditore ambulante a Sidi Bouzid, poi sfociata in insurrezione popolare. Se la Tunisia non ha subito le stesse sorti dei Paesi vicini, come Libia ed Egitto, o lontani come Siria e Yemen, ed è l’unico che a detta di molti può essere presentato come modello riuscito di ‘primavera araba’, non tutti i tunisini sono concordi su questa interpretazione. Ad ogni 14 gennaio, alcune voci si alzano per celebrare l’evento, altre per denigrare un complotto. Gli argomenti a favore dell’una o dell’altra tesi non mancano, ma sarà compito della Storia emettere su quegli avvenimenti un giudizio definitivo. Resta il fatto che questa rivoluzione è riuscita comunque a consentire lo svolgimento di elezioni libere e regolari, la promulgazione di una nuova Costituzione nel 2014, la creazione di istituzioni stabili e democratiche, per finire con l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace a fine 2015 al Quartetto del Dialogo Nazionale tunisino, a consacrare in qualche modo la riuscita del modello
Sorgente: Tunisia:a 5 anni cacciata Ben Ali, bilancio ancora incerto – Politica – ANSAMed.it