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Mar 11, 2024

In occasione delle celebrazioni dei 50 anni della nascita dell’Unione Africana, il Governo Brasiliano ha annunciato di voler cancellare il debito di 900 milioni di dollari a dodici nazioni del continente.

A comunicarlo ufficialmente è stato Thomas Traumann, portavoce del primo ministro del Brasile, Dilma Rousseff, ad Adis Abeba, la capitale dell’Etiopia. A tale proposito, Truman, ha dichiarato che: La relazione speciale con l’Africa e’ parte della strategia di politica estera del Brasile Il paese latino americano, che, a partire dalla presidenza Lula, ha realizzato uno straordinario piano di riforme sociali ed ecologiche ed ha dimostrato di saper competere in modo vincente sui mercati internazionali, ha palesato nel corso degli anni una forte volontà di rafforzare i suoi rapporti diplomatici ed economici con le nazioni africane. Brasilia è la capitale del Sud America, con il maggior numero di ambasciate africane, 18 per l’esattezza. Negli ultimi dodici anni, tra nazioni africane e Brasile, l’incremento dei vincoli commerciali è passato da 5.000 millones di dollari nel 2000 fino ai 26.500 milioni di dollari nel 2012. La notizia positiva è che tali relazioni politiche e commerciali si sono andate imperniando su un approccio solidale e la rimozione del debito è una misura imprescindibile per dei rinnovati rapporti economici con le nazioni africane. viaIl Brasile cancella il debito a dodici Nazioni Africane e crea una nuova Agenzia di Sviluppo.

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Mar 11, 2024

La neonata tassa sulle transazioni finanziarie non si applica a molti derivati, strumenti principe della speculazione e non frena le operazioni ad alta frequenza che generano instabilità sui mercati Penalizzare l’economia reale e l’accesso al credito, incentivare la speculazione finanziaria. Sembra questo il surreale doppio obiettivo raggiunto dal governo Monti con l’introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie (Ttf) all’italiana. L’idea della Ttf è semplice quanto efficace. Un’imposta minima, dell’ordine dello 0,05%, su ogni transazione finanziaria. Gli impatti sono minimi per chi opera con orizzonti di lungo periodo, mentre diventano tanto più rilevanti quanto più gli obiettivi sono di breve termine. Tutto questo sempre che la tassa venga pensata e implementata correttamente, o per lo meno in modo accettabile. Da mesi gli stessi promotori e sostenitori della Ttf, riuniti in Italia nella campagna Zerozerocinque, denunciano i pesanti limiti della proposta introdotta dal governo Monti con l’ultima legge di stabilità. Per fare un esempio la misura italiana non si applica alla stragrande maggioranza dei derivati, gli strumenti principe della speculazione. Ancora, non è efficace per frenare le operazioni ad alta frequenza che generano fortissima instabilità sui mercati. Con una metafora, è come dire che dopo anni di campagne vengono finalmente introdotti dei limiti di velocità sulle strade, ma si scopre che riguardano le biciclette ma non le automobili. viaLa surreale tassa che frena l’economia / capitali / Sezioni / Home – Sbilanciamoci.

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Mar 11, 2024

Nell’arco di 20 anni il numero dei poveri sull’intero pianeta si è quasi dimezzato, passando da 1,9 miliardi di persone a 1,1. Lo sostiene il servizio di copertina dell’ultimo numero dell’ Economistcitando a sua volta dati dell’Onu. Il settimanale si sbilancia addirittura a titolare sulla sua prima pagina «Verso la fine della povertà», arrivando a dire che mai questo obiettivo,nella storia dell’umanità, è stato così a portata di mano. Una tesi sorprendente e che non mancherà di fare discutere. L’inchiesta ricorda innanzitutto che nel 1990 l’Onu e altre organizzazioni internazionali si erano poste una serie di traguardi da conseguire entro il 2015, tra cui dimezzare il numero degli abitanti dei paesi sottosviluppati che vivono al di sotto della soglia di povertà. Quest’ultima era inizialmente fissata simbolicamente a un dollaro al giorno ma strada facendo è stata ritoccata a un 1,25 dollari. viaL’Economist: la povertà ha i giorni contati – Corriere.it.

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Mar 11, 2024

Aung San Suu Kyi, attivista e leader dell’opposizione in Birmania, ha deciso di candidarsi alla presidenza del paese alle prossime elezioni, che si terranno nel 2015. Durante un incontro del World Economic Forum sull’Asia orientale, ai delegati riuniti nella capitale birmana Naypyidaw, Suu Kyi ha parlato del futuro del paese concludendo il suo intervento con la speranza di un «cambiamento della Costituzione». Quando il moderatore le ha esplicitamente chiesto se avesse intenzione di presentarsi alle elezioni, lei ha risposto di sì: «Voglio essere candidata alla presidenza e sono sufficientemente sicura sull’argomento».Suu Kyi ha fatto riferimento alla modifica della Costituzione perché attualmente contiene una norma che impedisce la presidenza a chiunque abbia un marito o dei figli che sono cittadini stranieri. Suu Kyi è vedova di Michael Aris, studioso inglese di cultura tibetana e professore a Oxford. Da lui ha avuto due figli che sono cittadini inglesi: secondo la Costituzione scritta dai militari, quindi, non potrebbe dunque candidarsi alla presidenza. viaAung San Suu Kyi vuole candidarsi alla presidenza della Birmania | Il Post.

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Mar 11, 2024

I dati Ocse sul calo della cooperazione allo sviluppo dell’Italia non sono una sorpresa per il ministro della Cooperazione internazionale Andrea Riccardi. Che spiega in una nota: “Il calo è dovuto a scelte precedenti al governo Monti, per il 2013 grazie al nostro impegno ci sarà un inversione di tendenza positiva. Come previsto, il dato sull’aiuto pubblico allo sviluppo 2012 reso pubblico oggi dall’Ocse/Dac colloca l’Italia ultima europei tra tutti i Paesi Ocse per stanziamenti di cooperazione sul Pil (0,13 per cento), con una forte contrazione (-36 per cento) rispetto al 2011 (0,20 per cento del Pil). Nel clima di incertezza economica, tutto l’aiuto internazionale complessivo dei membri Ocse ha subito una contrazione del 4 per cento e quello europeo del 7,4 per cento. Per l’Italia si tratta di un risultato negativo frutto sia delle scelte compiute con l’ultima finanziaria dal governo precedente, sia della fine dell’emergenza umanitaria libica, che conferma una tendenza negativa”. Riccardi sottolinea che “la vera novità riguarda il 2013: grazie alle risorse aggiuntive previste dall’ultima finanziaria, l’aiuto internazionale dell’Italia registrerà un’inversione di tendenza, raggiungendo lo 0,15 per cento-0,16 per cento del Pil, anche al netto di degli aiuti ai rifugiati e cancellazioni del debito. E’ un dato – riportato nel comunicato Ocse – essenziale per riacquistare credibilità internazionale verso i partner G8 e le economie emergenti”. Osserva ancora il ministro: “Siamo ben lontani dall’obiettivo europeo sottoscritto nel 2005 – lo 0,7 per cento per il 2015 – ma da allora il mondo è cambiato. L’Italia deve aggiornare i propri impegni alla nuova realtà perché siano credibili e realistici soprattutto agli occhi dei Paesi in via di sviluppo, delle economie emergenti e dei Partner G8. Lo scorso hanno l’Italia si è impegnata a raggiungere progressivamente un livello di aiuti in linea con la media Ocse – lo 0,29 per cento del Pil. Ho proposto per questo anno un calendario pluriennale fino al 2017 – che il Parlamento sarà chiamato a valutare – per rendere più credibile l’impegno a un graduale riallineamento anche nei prossimi anni. La cooperazione non è un lusso ma una necessità. L’aiuto allo sviluppo può rilanciare la proiezione internazionale del nostro paese: è un investimento per la crescita”. viaCooperazione, Riccardi: in 2013 inversione di tendenza positiva – ilVelino/AGV NEWS.

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