• Mar 11, 2024
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YEMEN – Il presidente Ali Abdullah Saleh è arrivato negli Stati Uniti “per proseguire la sua riabilitazione”: lo ha riferito ieri l’agenzia di stampa ‘Saba’. Già da alcuni giorni in Oman, Saleh ha lasciato il suo paese in seguito a un accordo di transizione mediato dal Consiglio di cooperazione del Golfo che prevede la sua uscita di scena in cambio di una piena immunità. Sebbene tuttora formalmente a capo dello Stato, Saleh non dovrebbe tornare in Yemen prima delle elezioni anticipate convocate a febbraio e la sua uscita di scena sembrerebbe definitiva.

IRAQ – Il blocco Iraqiyya, che fa capo a Iyad Allawi, ha deciso di sospendere il boicottaggio dei lavori parlamentari deciso in dicembre in seguito a un mandato d’arresto spiccato contro il vice-presidente Tariq Al Hashemi. Iraqiyya critica l’operato del primo ministro Nouri Al Maliki e continuerà il boicottaggio del governo di unità nazionale, di cui almeno formalmente continua a far parte.

LIBIA – E’ stata votata sabato dal Consiglio nazionale di transizione la nuova legge elettorale. Il testo adottato non prevede ‘quote rosa’ – un punto sui cui i pareri non erano unanimi – mentre fissa a 200 il numero dei deputati che comporranno il Congresso generale nazionale, la cui elezione è in programma a giugno. Saranno inoltre 136 i seggi destinati ai candidati dei partiti politici e 64 quelli destinati agli indipendenti.

BAHRAIN – Il governo di Manama ha confermato la morte di un detenuto di 18 anni arrestato lo scorso mercoledì durante proteste anti-governative. Il ragazzo è morto mentre si trovava in stato di detenzione e sono ancora da chiarire le cause. Nei mesi scorsi organizzazioni internazionali e opposizione hanno accusato la polizia di fare uso eccessivo della forza per reprimere il dissenso e denunciato diversi casi di tortura in carcere.

GIORDANIA – E’ stato ricevuto ieri ad Amman il leader di Hamas Khaled Meshal, Da 13 anni fuori dalla Giordania ed esiliato in Siria, Meshal è stato accolto con tutti gli onori: la sua visita è collegata agli sforzi di mediazione condotti da Amman tra palestinesi e israeliani. Secondo alcune fonti, Hamas potrebbe abbandonare il suo quartier generale di Damasco a causa delle proteste in corso in Siria e della repressione attuata dal regime del presidente Bashar al Assad.

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Che cos’è mai l’abbondanza frugale, oltre a un ossimoro che lega provocatoriamente due opposti, a un’ennesima parola d’ordine suggestiva e impraticabile? Se qualcuno replicasse così alla prospettiva di una convivenza capace di sobrietà non punitiva, verrebbe preso sul serio da Serge Latouche, e contraddetto con ottime ragioni. Agli argomenti di chi dissente da lui e dagli altri, sempre più numerosi, “obiettori’di crescita”, il maggior teorico della decrescita dedica questo libro, ormai necessario dopo anni di malintesi, resistenze, travisamenti strumentali, accese controversie. Gli sviluppisti incrollabili, o gli scettici poco inclini a dar credito alle logiche antieconomiche, troveranno qui il repertorio delle loro tesi e delle loro perplessità, smontate una a una. Sarà difficile continuare a sostenere con qualche fondatezza che la decrescita è retrograda, utopica, tecnofoba, patriarcale, pauperista. La crisi devastante che stiamo vivendo la indica invece come l’uscita laterale dalla falsa alternativa tra austerità e rilancio scriteriato dei consumi. Un’abbondanza virtuosa, ci avverte Latouche, è forse l’unica compatibile con una società davvero solidale. Titolo    Per un’abbondanza frugale. Malintesi e controversie sulla decrescita Autore    Latouche Serge Dati    2012, 150 p., brossura Traduttore    Grillenzoni F. Editore    Bollati Boringhieri  (collana Temi) Disponibile anche in ebook Acquista su IBS

  • 11 Marzo 2024
  • 2 minutes

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