• Mar 11, 2024
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Pubblichiamo la traduzione del comunicato della Federazione Lega Democratica Diritti Donne del Marocco. Si tratta di una federazione molto attiva, con la quale Iscos Marche ha stretto accordi di collaborazione per la realizzazione di attività congiunte.
 
La Federazione della Lega Democratica dei Diritti delle Donne, avendo preso conoscenza della nuova formazione governativa e dopo aver ricordato le rivendicazioni per le cui realizzazioni il movimento femminile marocchino ha sempre lottato, e di cui una gran parte figura nella Costituzione adottata il 1° luglio dell’anno scorso, considera che l’attuale formazione governativa, costituita da 31 membri di cui una sola donna, rappresenta un arretramento grave in confronto ai vantaggi ottenuti dalle donne e al progresso storico e politico che la Costituzione ha apportato alla società marocchina nella strada verso l’uguaglianza tra donne e uomini nei diritti politici, civili, economici, sociali e culturali, esprimendo in modo chiaro l’impegno del Marocco in merito alla richiesta della realizzazione dei diritti umani delle donne, mentre le donne marocchine hanno lottato per questo avanzamento da tanti anni;
considera che una vera e propria minaccia incombe sui diritti delle donne, che possono essere realizzati grazie alla lotta perseverante del movimento femminile in tutte le regioni del paese, che esprime autenticamente e fedelmente l’aspirazione delle donne alla libertà e alla legalità come è universalmente riconosciuta
ribadisce i suoi obiettivi fondamentali annunciati nella comunicazione presentata ai partiti politici e il cui contenuto ha beneficiato dell’appoggio dell’insieme delle organizzazioni dei diritti femminili e dei diritti umani, fino alla loro realizzazione. In testa a questi obiettivi figurano particolarmente: adozione del principio di parità nei centri decisionali politici ed istituzionali; messa in atto dei meccanismi in grado di concretizzare i contenuti delle disposizioni dell’articolo 19 della Costituzione in qualità di legge nazionale suprema del popolo marocchino; realizzazione dell’uguaglianza piena e completa tra le donne e gli uomini, senza riserve e in tutte le richieste civili, politiche, economiche, sociali e culturali e l’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne.
esprime la sua viva preoccupazione in merito alla diminuzione constatata ai posti di responsabilità politica occupati dalle donne: una sola donna compare in seno al governo attuale a paragone del 2007 quando 7 donne hanno occupato funzioni ministeriali. Allo stesso modo, mentre la Costituzione ha raccomandato la realizzazione della parità, la rappresentatività delle donne in Parlamento non ha superato in 17%
ritiene che la responsabilità spetti ai partiti politici che costituiscono il governo e specialmente al capo di governo che è tenuto politicamente ed istituzionalmente all’attuazione delle disposizioni costituzionali contenenti le misure destinate a realizzare la parità
considera che le negoziazioni e le consultazioni per la costituzione del governo non siano stati condotti sulla base di meccanismi chiari per tradurre il contenuto del testo costituzionale che ha previsto il ricorso ad una metodologia capace di facilitare l’accesso alle donne ai posti di decisione politica
si dispiace che certi partiti, considerati come facenti parte di una famiglia democratica e specialmente il Partito del Progresso e Socialismo, abbiano abbandonato i loro impegni passati in favore dell’attuazione delle misure che conducono alla parità e particolarmente la presa di responsabilità ministeriale, condizionando la partecipazione del governo all’ampliamento e la difesa dei successi acquisiti dalle donne
invita a prendere le misure per proteggere i successi acquisiti a livello costituzionale ed aprire un dialogo nazionale per opporsi al declino che potrebbe minacciare queste acquisizioni, perchè la democrazia non può avere una realizzazione autentica se non attraverso misure concrete a favore della parità e l’attuazione dei diritti delle donne nella loro totalità e senza riserve in tutte le richieste: sanità, insegnamento, impiego, lotta contro la violenza ed agli ostacoli nei confronti delle donne…
Casablanca, 4 gennaio 2012
L’Ufficio della Presidenza

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Lo sciopero generale indetto per giovedi’ prossimo dall’Ugtt, il piu’ importante sindacato della Tunisia, si sta trasformando in una prova di forza tra il governo e le forze dell’opposizione laica. Il Paese, che certamente non aveva bisogno di questa contrapposizione frontale tra esecutivo e sindacato, aspetta con il fiato sospeso, ricordando quanto accaduto la scorsa settimana, quando la sede centrale dell’Ugtt – nel cuore di Tunisi – fu presa d’assalto dai miliziani della Lega per la protezione della rivoluzione, dichiaratamente accanto al Governo e, per esso, ad Ennadha, il partito egemone che non intende indietreggiare d’un passo davanti alle richieste della centrale sindacale. Lo sciopero generale, indetto come risposta alla violenza contro i sindacalisti (alcuni dei quali finiti in ospedale dopo essere stati aggrediti), sta diventando, giorno dopo giorno, il segno di come una parte consistente dei tunisini non intende sottostare al sistema di potere avviato da Ennahdha e chiedono che esso venga fermato. Da parte loro, i nadhauisti affermano che quanto sta accadendo non e’ altro che un passo della strategia complessiva che intende indebolire il governo e la ”rivoluzione” di cui esso si considera figlio, per rimettere in pista i vecchi esponenti del regime di Ben Ali, quelli che facevano parte dell’Rcd, il braccio politico della dittatura e che, oggi, tenterebbero di rientrare in gioco della politica aderendo a questo o quel partito dichiaratamebnte di opposizione. L’Ugtt ha comunque voluto che la popolazione, per lo sciopero generale, affronti disagi minimi e per questo l’astensione del lavoro sara’ parziale in alcuni settori strategici, come quelli energetici (gas e luce), della sanita’, dell’alimentare e dell’informazione, che sara’ ridotta al minimo. Ma tutto il resto ”rischia” di restare paralizzato, a partire dai trasporti, settore vitale soprattutto nelle grandi citta’, dove coprono non meno del 60 per cento degli spostamenti nel perimetro urbano. C’e’ chi ha fatto i conti di quanto costera’ lo sciopero generale quantificando la perdite in non meno di 700 milioni di dinari, circa 350 milioni di euro. Troppo, ha commentato qualcuno, per un Paese povero. viaTunisia: sciopero, prove generali d’opposizione al Governo – Politica – ANSAMed.it.

  • 11 Marzo 2024
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Segnaliamo la notizia della morte di Mohamed Fizazi, studente universitario, in seguito alle percosse ricevute dalle forze dell’ordine a Fès. Il padre, un imam, ha chiesto l’intervento del Re e si rifiuta di autorizzare la sepoltura fino a quando non verrà effetuata un’autopsia.

Per approfondire:

L’articolo di maghreb.msn.com:

La cité universitaire de Fès est en deuil. Mohamed Fizazi, un étudiant de 3eme année en philologie anglaise, est décédé samedi, au CHU de Fès, cinq jours après avoir été grièvement blessé pendant des affrontements ayant opposé des étudiants aux forces de l’ordre. Aujourd’hui, son père réclame une intervention royale pour que justice soit rendue à son fils. Le père de Mohamed Fizazi, l’étudiant marocain de Fès, décédé samedi au Centre hospitalier universitaire de Fès, est encore sous le choc. Cet imam, qui officie depuis 40 ans dans une mosquée de la capitale spirituelle du Maroc, veut que la lumière soit faite sur le décès de son fils. Dans un entretien filmé et publié ce lundi 28 janvier par site d’actualité local Fesnews.net, il affirme que ce dernier est mort après avoir été violement tabassé par les forces de l’ordre et réclame, en pleurs, une intervention directe du roi Mohammed VI pour que « justice soit rendue » à son fils. Aussi, le corps du défunt n’aurait toujours pas été enterré. A en croire Lakome.com, le père refuse de signer l’autorisation d’enterrement, avant qu’une autopsie ne soit pratiquée sur le corps de la vicitime, chose qui n’a pas été faite jusqu’à présent. Retour sur les circonstances de sa mort Mohamed Fizazi, 22 ans, aurait, en effet, succombé samedi, dans l’après-midi, à ses blessures contractées lundi dernier, au cours d’une « violente intervention des forces de l’ordre » qui avait pour objectif de mettre fin à un rassemblement d’étudiants de la cité universitaire Fès-Saïs. Des photos de la vicitime inconsciente, capturées au cours de son séjour à l’hôpital universitaire, ont été publiées par le portail Fès News. Selon des sources locales de l’Association marocaine des droits humains (AMDH), citées par l’agence de presse EFE, le rassemblement en question avait pour but de dénoncer « la situation catastrophique de l’université, la pénurie des enseignants », ainsi que « le manque de bourses d’études et de lits dans les chambres de la cité universitaire ». La situation serait actuellement « très tendue » à l’université et la police aurait encerclé le campus concerné, rapporte la même source. Entre temps, plusieurs associations sont mobilisées sur l’affaire. L’Union pour le changement du système éducatif prévoit notamment de lancer une campagne de soutien et solidarité avec le défunt. Une page facebook baptisée « Tous Mohamed Fizazi » vient d’être créée dans ce sens. via
Maroc : Le père d’un étudiant décédé des suites d’une ...

il video

http://youtu.be/lBduwMnEG04

 la pagina facebook (attenzione: immagini di violenza)

https://www.facebook.com/TousMohamedFizazi
  • 11 Marzo 2024
  • 3 minutes

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