• Mar 11, 2024
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Mentre il mondo osserva attentamente le prime elezioni democratiche in Egitto ed i preoccupanti assalti salafiti in Tunisia, quasi nessuno sembra accorgersi di quanto sta accadendo in un altro paese del Nord Africa, un paese spesso ritenuto il più moderno e occidentalizzato, ovvero il Marocco. Un paese che nonostante sia sempre stato musulmano, non ha mai sentito l’esigenza di mescolare politica e religione, ma che negli ultimi mesi è in preda a una spaccatura interna tra tradizionalisti religiosi e sostenitori del modernismo.
Il Marocco è un paese dalle mille contraddizioni: a Casablanca è possibile trovare la terza moschea più grande del mondo accanto a numerosissimi night club, discoteche e locali su spiagge private dove le ragazze marocchine sono libere di girare in bikini e di bere alcool, teoricamente vietato dalla legge, ma in pratica servito in quasi tutti i locali e disponibile in molti supermercati.
Un paese che ospita la casa madre di una delle più note confraternite sufi, la Zawiyya Tijani di Fez, ma che nel contempo organizza concerti con cantanti del calibro di Shakira, Evanescence ed Elton John. Il prossimo 1° luglio attraccherà addirittura nel porto di Casablanca la prima crociera gay.
viaMarocco, alla riscoperta del fondamentalismo islamico | Diritto di critica.

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Se domani il nuovo presidente egiziano Mohamed Mursi, appena eletto “democraticamente”, giurerà su una Costituzione che non esiste ancora, la Tunisia fa i conti con tutte le contraddizioni che ogni repentino cambio di assetto istituzionale porta con sé. Il paese che ha dato il via alla primavera araba, una stagione di speranza e di violenza che non ha ancora offerto tutti i suoi frutti alcuni potrebbero essere pure molto amari, liberandosi del tiranno Ben Ali – condannato due settimane fa all’ergastolo – non soltanto ripropone l’eterno dilemma tra islamismo “possibile” del partito di governo e islamismo “radicale” dei salafiti, ma deve fare i conti con la crisi economica, con i moti della piazza dove ancora sono calde le braci della rivolta.Così descriveva qualche giorno fa la situazione Patrizia Mancini per Il Manifesto: “La Tunisia di oggi è stremata dalla crisi economica, che ha cause sia endemiche, sia legate alla crisi mondiale. È governata da una «troika» capeggiata dal partito islamico di Ennahda, che non è in grado di gestire la sicurezza dei cittadini né sembra poter rispondere alle richieste dei giovani scesi in piazza durante la rivoluzione. Negli ultimi mesi estremisti salafiti hanno attaccato artisti, giornalisti, intellettuali e insegnanti universitari, ma è probabile che si tratti di una strategia di diversione orchestrata da Ennahda per distogliere l’attenzione dai veri problemi del paese – o per alzare il livello di scontro fra laici e credenti, il vecchio «divide et impera». Così come ben orchestrata appare l’appropriazione da parte governativa della gestione dei media nazionali, a partire dalla televisione El Watania. Il telegiornale serale di questa tv nei primi tempi non risparmiava critiche al governo, con servizi sui sit-in e interviste a personaggi critici nei confronti del governo. Ora, se riferisce di una lotta o di qualsiasi rivendicazione, c’è sempre l’ospite governativo, il portavoce di questo o quel ministero che ripete di «lasciarli lavorare»”. via Tunisia: le tensioni non si placano / Notizie / Home – Unimondo.

  • 11 Marzo 2024
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Milano ospiterà nei giorni 1-2 ottobre il Forum nazionale della Cooperazione, promosso dal Ministro per l’Integrazione e la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi . Il Forum, che vede il Comune di Milano in qualità di ospite e di co-organizzatore assieme all’ISPI, sarà l’occasione per un dibattito approfondito per rilanciare, alla presenza delle più alte cariche dello Stato, la centralità della cooperazione internazionale come elemento qualificante dell’azione dell’Italia in tutte le questioni e le emergenze globali. E’ prevista una folta partecipazione di numerose personalità italiane e internazionali. Al dibattito contribuiranno addetti ai lavori della cooperazione statale, regionale e locale, Confindustria e settore privato, mondo dell’impresa sociale e cooperative, associazioni filantropiche, Ong e società civile, e comunità migranti. Dieci gruppi di lavoro tematici, che già oggi si confrontano su tutti gli aspetti della cooperazione internazionale, daranno vita a idee, proposte e riflessioni che verranno recepite in un documento di sintesi che fungerà da base per il dibattito nelle giornate del Forum. Le due sedute plenarie del Forum, in apertura e chiusura, si svolgeranno al Teatro Strehler. L’ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) ospiterà nelle sale di Palazzo Clerici i gruppi di lavoro tematici che daranno vita a raccomandazioni operative di prospettiva da adottare in chiusura del Forum. “Con questo Forum – ha spiegato il ministro Riccardi – vogliamo rimettere in moto un’Italia che da troppi anni ha un atteggiamento di introversione rispetto alle grandi sfide della globalizzazione, della cooperazione e dell’aiuto allo sviluppo. Il Forum di Milano vuole innanzitutto rappresentare una grande battaglia culturale: vogliamo spiegare agli italiani che la cooperazione non è solo un fatto di natura umanitaria, ma una grande opportunità per il nostro Paese. Inoltre,intendiamo mettere per la prima volta dopo tanti anni intorno allo stesso tavolo tutti gli attori della cooperazione: istituzioni pubbliche, enti locali, Ong, mondi dell’economia, della cultura e del sociale. Perché per la cooperazione del futuro servono idee, proposte e capacità di fare sistema. Chi fa cooperazione non è un eroe solitario, ma un costruttore del futuro italiano nell’era della globalizzazione” “Per Milano il Forum è un’occasione unica per riaffermare l’impegno della città sul fronte della cooperazione internazionale. Per la sua tradizione in materia di welfare e di innovazione Milano può e deve essere il cantiere ideale per dar vita, con le Ong e le sue imprese, a un dibattito nazionale sulle nuove forme di cooperazione internazionale che le sfide del mondo globale impongono. Un impegno che acquista ancor più significato in vista di Expo Milano 2015 dedicato a temi strategici, quali la sicurezza alimentare e lo sviluppo sostenibile, su cui vogliamo lavorare sulla base di una nuova cooperazione paritaria tra Nord e Sud del pianeta”, ha dichiarato il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia. viaNews24: A Milano il Forum nazionale della Cooperazione internazionale.

  • 11 Marzo 2024
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