• Mar 11, 2024
  • 2 minutes

Il Marocco ha avviato un ambizioso piano per costruire impianti da fonti rinnovabili per 6 GW entro il 2020: secondo un report di Saudi Gazette, il Paese arabo attualmente importa circa il 90% della propria energia, ma vuole arrivare alla piena indipendenza energetica grazie a tecnologie green come eolico, solare, biomasse, idroelettrico. Al centro delle strategia c’è il solare termodinamico (noto anche come Concentrated Solar Power, Csp), che sarà anche la fonte principale del mega progetto internazionale Desetec. L’iniziativa sta già muovendo i primi passi concreti proprio in Marocco: entro poche settimane si conoscerà il nome del vincitore di un progetto da 160 MW di solare a concentrazione, compreso nel più ampio sito Csp da 500 MW nella zona di Ouarzazate.
«È un primo passo – ha dichiarato Saïd Mouline, direttore dell’Agenzia del Marocco per lo sviluppo delle energie rinnovabili e l’efficienza energetica -. Quando si conoscerà il vincitore ci sarà un accordo per l’acquisto di energia con la Masen (Agenzia marocchina per l’energia solare)». L’obiettivo del Governo di Rabat è installare almeno 2 GW di energia solare (fotovoltaico compreso) entro i prossimi 8 anni. Un contributo altrettanto importante sarà assicurato dall’eolico: già oggi il Marocco può contare su 300 MW di turbine. L’idroelettrico costituirà il terzo pilastro della strategia marocchina sulle rinnovabili. Lo sforzo è destinato a cambiare lo scenario energetico del Paese che, sino ad oggi, era quasi completamente dipendente dall’estero: «Tutte le centrali di generazione marocchine sinora sono state costruite lungo la costa perché alimentate con carbone importato. Con le energie rinnovabili gli impianti saranno invece collocati all’interno del Paese – ha dichiarato Mouline a Saudi Gazette -. Questo permetterà la creazione di posti lavoro anche nelle regioni più remote. Si tratta di una delle ragioni principali per cui il Marocco ha scelto di prendere la strada – leggermente più costosa – delle rinnovabili e di non costruire più impianti a carbone».
Per ora il Paese è focalizzato sulle proprie esigenze energetiche, ma in futuro l’obiettivo diventerà l’esportazione dell’energia elettrica in Europa attraverso nuove linee di trasmissione, così come prevede Desertec. Secondo un recente studio del Consorzio tedesco Dii (Desertec industrial initiative) la buona riuscita del progetto garantirebbe vantaggi sia all’Europa che alla macroregione del Medio oriente e Nord Africa. L’export energetico assicurerebbe a questi Paesi un volume d’affari pari a circa 60 miliardi di euro l’anno; il Vecchio Continente, invece, potrebbe risparmiare ben 30 euro al MWh rifornendosi dell’energia dei deserti piuttosto che acquistando fonti fossili.

PREVIOUS POST

L’Alta commissione elettorale nazionale della Libia ha comunicato i risultati delle elezioni politiche che si sono tenute nel paese lo scorso 7 luglio, dopo che a giugno erano state rinviate. La Coalizione delle Forze Nazionali, guidata dall’ex capo del governo provvisorio Mahmoud Jibril, ha ottenuto il 48,8 per cento dei voti e avrà quindi 39 degli 80 seggi del Congresso Generale Nazionale riservati ai partiti (i seggi sono in tutto 200). Il partito ha praticamente ottenuto tanti voti quanti ne hanno ottenuti gli altri che si sono presentati alle elezioni messi insieme (più di 130 nelle diverse regioni). Giustizia e Sviluppo, il ramo politico in Libia dei Fratelli Musulmani, ha ottenuto 17 seggi grazie al 21,3 per cento dei voti ed è quindi il secondo partito nel paese. viaIn Libia hanno vinto i moderati | Il Post.

  • 11 Marzo 2024
  • 2 minutes

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *