Il fenomeno migratorio cinese nel sud-est asiatico è stato per secoli ed è ancora oggi un importante strumento di esercizio del soft power e dell’influenza politica, culturale e linguistica, e una straordinaria risorsa per la realizzazione degli obiettivi geopolitici di Pechino nella regione. Il Prof. Pàl Nyiri, docente di Storia delle Migrazioni alla Vrije Universiteit di Amsterdam, ci ha raccontato i risvolti di questa “creeping invasion” cinese, mostrandoci come Pechino è percepita dai paesi vicini
In che modo la migrazione cinese sta rafforzando il soft power della Cina in Asia Sud-Orientale?
Questa migrazione è in gran parte un fenomeno di tipo imprenditoriale, ad emigrare sono infatti per lo più alcuni dirigenti, per seguire gli investimenti o le proprie aziende che hanno trasferito e delocalizzato nella regione.
Mostrare alla gente povera come si diventa ricchi: forse è questo il ruolo più importante che ha ricoperto finora il fenomeno migratorio cinese in Asia Sud-Orientale. Questo rafforza la percezione e l’immagine della Cina come un modello di successo dello sviluppo economico.
Inoltre, gli imprenditori cinesi creano posti di lavoro, rendendo l’apprendimento e la conoscenza della lingua cinese – soprattutto in alcune zone povere come nel versante settentrionale del Laos o in Birmania- un requisito fondamentale per trovare un lavoro.