• Mar 11, 2024
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Il fenomeno migratorio cinese nel sud-est asiatico è stato per secoli ed è ancora oggi un importante strumento di esercizio del soft power e dell’influenza politica, culturale e linguistica, e una straordinaria risorsa per la realizzazione degli obiettivi geopolitici di Pechino nella regione. Il Prof. Pàl Nyiri, docente di Storia delle Migrazioni alla Vrije Universiteit di Amsterdam, ci ha raccontato i risvolti di questa “creeping invasion” cinese, mostrandoci come Pechino è percepita dai paesi vicini

In che modo la migrazione cinese sta rafforzando il soft power della Cina in Asia Sud-Orientale?

Questa migrazione è in gran parte un fenomeno di tipo imprenditoriale, ad emigrare sono infatti per lo più alcuni dirigenti, per seguire gli investimenti o le proprie aziende che hanno trasferito e delocalizzato nella regione.

Mostrare alla gente povera come si diventa ricchi: forse è questo il ruolo più importante che ha ricoperto finora il fenomeno migratorio cinese in Asia Sud-Orientale. Questo rafforza la percezione e l’immagine della Cina come un modello di successo dello sviluppo economico.

Inoltre, gli imprenditori cinesi creano posti di lavoro, rendendo l’apprendimento e la conoscenza della lingua cinese – soprattutto in alcune zone povere come nel versante settentrionale del Laos o in Birmania- un requisito fondamentale per trovare un lavoro.

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Che cos’è mai l’abbondanza frugale, oltre a un ossimoro che lega provocatoriamente due opposti, a un’ennesima parola d’ordine suggestiva e impraticabile? Se qualcuno replicasse così alla prospettiva di una convivenza capace di sobrietà non punitiva, verrebbe preso sul serio da Serge Latouche, e contraddetto con ottime ragioni. Agli argomenti di chi dissente da lui e dagli altri, sempre più numerosi, “obiettori’di crescita”, il maggior teorico della decrescita dedica questo libro, ormai necessario dopo anni di malintesi, resistenze, travisamenti strumentali, accese controversie. Gli sviluppisti incrollabili, o gli scettici poco inclini a dar credito alle logiche antieconomiche, troveranno qui il repertorio delle loro tesi e delle loro perplessità, smontate una a una. Sarà difficile continuare a sostenere con qualche fondatezza che la decrescita è retrograda, utopica, tecnofoba, patriarcale, pauperista. La crisi devastante che stiamo vivendo la indica invece come l’uscita laterale dalla falsa alternativa tra austerità e rilancio scriteriato dei consumi. Un’abbondanza virtuosa, ci avverte Latouche, è forse l’unica compatibile con una società davvero solidale. Titolo    Per un’abbondanza frugale. Malintesi e controversie sulla decrescita Autore    Latouche Serge Dati    2012, 150 p., brossura Traduttore    Grillenzoni F. Editore    Bollati Boringhieri  (collana Temi) Disponibile anche in ebook Acquista su IBS

  • 11 Marzo 2024
  • 1 minute

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