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Mar 11, 2024

Avanti con la candidatura dell’Albania e rilancio dei negoziati con la Turchia, nonostante Ankara resti ‘sorvegliata speciale’ sul fronte delle libertà dei media e di espressione dopo gli incidenti della scorsa estate: l’Unione dei 28 vuole ancora credere in un futuro allargamento, dopo l’ultimo ingresso della Croazia lo scorso luglio. A ribadirlo è la Commissione europea, che per la quinta volta propone di aprire la porta a Skopje, nota i progressi di Podgorica, sottolinea l’importanza del dialogo Serbia-Kosovo mentre boccia sonoramente i leader politici della Bosnia-Erzegovina. Tutto ciò mentre resta congelato, per volontà di Reykjavic, il dossier Islanda. “L’allargamento non arriva con il pilota automatico, è una politica seria sottoposta a rigide condizioni” ha ricordato il commissario Ue competente, Stefan Fule, sottolineando “il potere di trasformazione” dell’intero processo, come dimostra l’accordo Serbia-Kosovo. A fare il punto è il rapporto sull’allargamento, la pagella annuale dell’esecutivo europeo sui Paesi candidati e potenziali candidati all’adesione. Per i Paesi dei Balcani occidentali il leit motiv è la lotta contro la corruzione e il crimine organizzato, mentre per tutti rimane la preoccupazione per la libertà di espressione e dei media, la tutela delle minoranze. -ALBANIA. Conquista la raccomandazione per lo status di Paese candidato, anche se a decidere saranno i leader dei 28 al Consiglio Ue di dicembre. Cruciale il test delle ultime elezioni politiche, condotte “in maniera regolare e ordinata”, e i “buoni progressi” nel percorso di riforme indicate da Bruxelles. -TURCHIA. Bruxelles apprezza le riforme e l’emergere della società civile “che vuole avere il suo ruolo in una democrazia partecipativa, anche fra un voto e l’altro” ha sottolineato Fule. Di qui la richiesta di “ridare slancio” ai negoziati di adesione e di puntare subito sui capitoli giustizia e diritti fondamentali, soprattutto alla luce della repressione delle manifestazioni di protesta dell’estate scorsa. -SERBIA. Dopo l’ok all’avvio dei negoziati di adesione, Bruxelles guarda alle prossime elezioni locali in Kosovo e chiede a Belgrado di incoraggiare “un’ampia partecipazione” dei serbi. Rimangono “essenziali” progressi nelle relazioni con Pristina e più sforzi nelle riforme. -KOSOVO. Pristina incassa il via libera all’avvio dei negoziati con l’Ue per l’accordo di stabilizzazione e associazione (Asa) il prossimo 28 ottobre. Progressi anche sul fronte della liberalizzazione dei visti che sarà valutata entro giugno 2014. -MONTENEGRO. Continua ad avanzare, ora deve attuare i piani d’azione sui capitoli giustizia e diritti fondamentali. – MACEDONIA. Per la quinta volta Bruxelles raccomanda l’apertura dei negoziati di adesione, ma resta da superare la disputa sul nome con la Grecia. -BOSNIA-ERZEGOVINA. La Commissione ufficializza una bocciatura che nasce dall’incapacità di superare l’impasse istituzionale venutosi a creare nel Paese. viaAllargamento, avanti con Turchia e Albania – Altre news – ANSA Europa – ANSA.it.

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Mar 11, 2024

Nonostante gli annunci della vigilia, restano intatte le grandi diseguaglianze che caratterizzano il nostro paese. Sulle politiche sociali la continuità con i governi precedenti è sostanziale. I soldi per rafforzare il nostro welfare stremato dai tagli degli ultimi anni non si trovano, ma per l’acquisto di nuove navi militari – 340 milioni in tre anni – sì I numeri (ancora fluttuanti) della bozza di legge di stabilità approvata dal Consiglio dei ministri due giorni fa sono deludenti e iniqui: non solo, come è stato già ampiamente osservato, non rispondono alle esigenze di rilanciare l’economia e lo sviluppo, ma lasciano intatte le grandi diseguaglianze che caratterizzano il nostro paese. E le sapienti operazioni di di comunicazione, come l’annuncio di tagli alla sanità poi per fortuna assenti nella bozza della legge, non modificano il segno delle scelte del governo delle larghe intese. Le poche informazioni contenute nel testo sulle politiche sociali mostrano ancora una volta che alla retorica dell’indignazione ostentata nel dibattito pubblico di fronte all’aumento della disoccupazione, delle diseguaglianze di reddito, della povertà, del disagio abitativo che vivono migliaia di persone, non seguono scelte conseguenti. La riduzione del cuneo fiscale di circa 10 miliardi in tre anni(-2,7 miliardi nel 2014, 1,2 miliardi sull’Iperf per i lavoratori, 1 miliardo per le imprese) non può certo essere considerata un volano per il rilancio della domanda interna e dell’economia. Ben altro servirebbe per rilanciare l’occupazione: una strategia industriale di lungo respiro che sino ad oggi non si vede. Così come resta la scelta di non applicare la costituzione laddove prevede che il prelievo fiscale sia ispirato alla progressività. Non si sceglie di colpire chi ha di più (con una tassa patrimoniale), anzi si introduce una nuova imposta, la Trise, che pagheranno anche gli inquilini. Ma è sulle politiche sociali che vale la pena di soffermarsi, perchè la continuità con l’operato dei governi precedenti è sostanziale checchè ne dica il Presidente del Consiglio. 300 milioni per il Fondo nazionale per le Politiche sociali, 250 per il Fondo sulla non autosufficienza, (con la restrizione dei requisiti di accesso alle indennità di accompagnamento); 100 milioni per lavori socialmente utili; 250 milioni in più per la caritatevole “carta acquisti” (estesa ai cittadini stranieri lungosoggiornanti), 380 o 400 milioni (non è chiaro) per il 5×1000, 10 milioni (dieci) per il Fondo nazionale contro la violenza sessuale, 150 milioni in più per i Fondo ordinario dell’università, 220 milioni di finanziamenti per le scuole private e 6000 “esodati” protetti in più: queste le principali misure previste. La sanità non è tagliata: ma si faccia un giro negli ospedali per vedere come la carenza di organico, accompagnata dal ricorso a centinaia di giovani tirocinanti non pagati che operano nelle corsie insieme a medici e infermieri, sta colpendo pesantemente la qualità del nostro sistema sanitario. Del tutto assenti le risorse per la sperimentazione di una forma di sostegno al reddito: neanche la misura di lotta alla povertà più volte annunciata dal ministro Giovannini nelle settimane scorse è contenuta nel testo. Nè vi è traccia di finanziamenti per un piano di edilizia residenziale pubblica. I soldi per rafforzare il nostro welfare stremato dai tagli degli ultimi anni non si trovano, ma per l’acquisto di nuove navi militari (340 milioni in tre anni, 80 per il 2014) sì. Molti annunci, ma le scelte rimangono le stesse e i conti “diseguali”. viaFinanziaria, i conti sono diseguali / italie / Sezioni / Home – Sbilanciamoci.

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Mar 11, 2024

New Delhi, 11 luglio 2013 campagna lavoro minorile iscos india 2013Nadeem ha solo 10 anni ed è apparso subito molto disorientato quando è stato salvato dalla fabbrica di elettrodomestici nella quale lavorava a Badali, in India. Lo spaesamento si è trasformato in dramma quando Nadeem non è stato in grado di dire ai suoi salvatori il nome dei genitori né del villaggio da cui proveniva. In realtà, il piccolo Nadeem non ricordava nemmeno il viso dei propri genitori. Chi l’ha portato fino a Bidali e dove sia la sua casa sono domande che non hanno ancora avuto risposta. La maggior parte dei bambini che, come Nadeem, sono recuperati dal lavoro, sono stati oggetto di traffico da Stati Indiani affetti dalla povertà. Il lavoro dura dalle 8 di mattina fino anche a tarda notte, in stanze piccole e tetre, rese soffocanti dal caldo. Per la mancanza delle più elementari regole di sicurezza, i bambini sono esposti ad ambienti malsani ed a lavorazioni con materiali pericolosi per la salute. E questo per circa 1 euro la settimana. Kailash Satyarthi, fondatore di BBA in India e promotore delle Global March Against Child Labour, ha detto: “Il mondo ha osservato la Giornata contro il Lavoro Minorile, mentre ancora 215 milioni di bambini sono sfruttati in varie forme di lavoro e di schiavitù e oltre 200 milioni di adulti sono disoccupati. Il lavoro minorile deve diventare un reato perseguibile e chi lo commette non deve poter essere rilasciato su cauzione. E’ una vergogna che nel 2010 e nel 2011 solo 1600 datori di lavoro siano stati arrestati per aver sfruttato il lavoro di bambini, a dispetto dell’ampiezza del fenomeno. I consumatori dovrebbero boicottare i servizi ed i prodotti che utilizzano il lavoro dei minori. Nel periodo dal 2007 al 2011 sono state condotte più di 1 milone di ispezioni, ma poco meno di 18.000 violazioni sono state rilevate e solo poco più di 4.000 imprenditori sono stati arrestati per aver utilizzato lavoro minorile”. Stefano Frasca (Cooperante in India di ISCOS) , sta portando avanti il progetto rivolto alla tutela dei diritti dei bambini, soprattutto ai minori oggetto di traffico per lavoro. L’azione si svolge in India, Afghanistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka). Cari amici, un mese fa, il 12 giugno, si è celebrata in tutto il mondo la Giornata mondiale contro il lavoro minorile, quest’anno dedicata al tema del lavoro domestico. Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) il numero totale di minori lavoratori a livello mondiale è di 215 milioni. Di questi 10,5 milioni di bambini lavorano come “servi domestici”, in condizioni di schiavitù. Generalmente adibiti ai tradizionali impegni domestici come pulizia, cucina, giardinaggio, sono spesso occupati nella raccolta dell’acqua o nell’assistenza ad altri bambini e agli anziani. Più vulnerabili perché esposti a violenza fisica, psicologica e sessuale entro mura segrete, oltre a condizioni di lavoro estenuanti, sono spesso isolati dalle loro famiglie, privi di protezione e invisibili agli altri. Dipendendo totalmente dagli ordini dei datori di lavoro. Lo sfruttamento domestico minorile non è riconosciuto come un crimine né come una forma di lavoro in molti Paesi, ma come risorsa naturale a supporto della povertà del nucleo famigliare. ISCOS insieme ad altre ONG presenti in Sud-Asia sostiene la campagna “La famiglia, il mio primo diritto”, per chiedere ai Governi, alle organizzazioni internazionali ed alla società civile di sostenere e rafforzare la famiglia, perché siano garantiti i diritti fondamentali dei bambini. Questo significa l’effettiva applicazione delle leggi esistenti, la realizzazione di programmi a favore delle famiglie, la promozione di pratiche per migliorare il ruolo genitoriale e la soluzione dei problemi, nonché, dove necessario, strumenti di assistenza finanziaria ed economica. Un appello a tutelare i diritti dei bambini ad avere una famiglia e il diritto della famiglia ad essere sostenuta per svolgere al meglio il proprio compito. Ti chiediamo di compiere due azioni: · firma la petizione su Change.org:  http://chn.ge/13jYypW leggi la petizione in italiano Cambia il finale alle storie di altri bambini come Nadeem! Grazie!

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Mar 11, 2024

Ad un passo dal cuore. L’emozionante diario di un medico che lotta ogni giorno per ridare speranza a Chaaria, un piccolo villaggio in Kenya Autore Gaido Beppe; Bonanate Mariapia; Carraretto Miriam Prezzo Sconto 15% € 12,66 (Prezzo di copertina € 14,90 Risparmio € 2,24) Dati 2013, 168 p., brossura Editore San Paolo Edizioni (collana Il pozzo – 2ª serie)   Beppe Gaido, medico, appartenente alla congregazione del Cottolengo, è arrivato a Chaaria (Kenya) nel 1998, in un territorio assai lontano dal Kenya turistico, segnato dalla povertà e da un’economia di pura sussistenza. Vi ha trovato un dispensario, che ha trasformato in un ospedale, aggiungendovi ogni anno un reparto. Il libro – curato da Mariapia Bonanate, giornalista de “Il Nostro Tempo”, e da Miriam Carraretto – è il diario di questa impresa non comune. Cuore del volume è l’incontro con l’umanità dolente: davanti al lettore si alternano personaggi indimenticabili, capaci di far emergere la vera realtà dell’Africa e delle africane, al di là degli stereotipi e dei pregiudizi occidentali. “Credo che l’unica risposta al male del mondo sia il silenzio, accompagnato dal nostro impegno serio e costante nel servizio di chi soffre”. L’impegno di Beppe Gaido per l’Africa. viaAd un passo dal cuore. L’emozionante diario di un medico che lotta ogni giorno per ridare speranza a Chaaria, un piccolo villaggio in Kenya – Gaido Beppe; Bonanate Mariapia; Carraretto Miriam – Libro – IBS – San Paolo Edizioni – Il pozzo – 2ª serie.

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