Non un pericolo ma una risorsa
Segnaliamo un’intervista di Cristiano Sanna a Roberto Staglianò sul tema dell’immigrazione.
“Che subordinare al contratto di lavoro la regolarità dell’immigrato, con logica punitiva, è assurdo. Anche perché penalizza coloro che perdono, incolpevolmente, il contratto regolare. E’ giusto che chi viene nel nostro Paese sia aiutato a diventarne cittadino a tutti gli effetti, e che se ne prenda la responsabilità. Ma allora cominciamo a favorire l’emersione dal lavoro nero, autentica piaga italiana, a proteggerli dai soprusi di chi sa di poterli trattare come vuole, perché sarà difficile che scendano in strada a protestare. Una legge più avveduta dovrebbe intervenire su questo fronte prima di tutto. Poi bisogna smettere di colpire soprattutto certe categorie di immigrati, da cui sono escluse regolarmente le badanti dell’Est che si occupano dei nostri anziani e malati. Altri immigrati lo sanno, vedi i cinesi che hanno beneficiato di vantaggi e protezioni precedentemente appannaggio delle badanti, per l’appunto. Esistono i furbi a tutte le latitudini, ma comincio dai furbi italiani che reclutano i cinesi per altri lavori ma poi li fanno figurare come assistenti geriatrici per avere agevolazioni di vario tipo”.
“Della falsa emergenza calvalcata dalla destra abbiamo detto. Quanto alla sinistra, anche su questo versante dimostra quanto sia lontana dalla vita reale, dai problemi quotidiani della gente. Ecco perché nel mio libro racconto storie, ricostruisco fatti e cito molti numeri, i numeri dell’economia. Sto alla larga da facili buonismi e dal dibattito politico, è una specie di terza via, un ragionamento con il portafoglio in mano, per aiutare chi legge il libro a capire quanto ci convenga tenere gli immigrati, regolarizzati in modo che paghino le tasse, farli lavorare in Italia”.
“E’ una delle questioni affrontate nel libro. Dove, ad esempio, cito l’esempio di un benzinaio romano che aveva a disposizione un posto fisso pagato circa 1500 euro al mese, ma non trovava italiani a cui dare lavoro, e meno che mai era corrisposto dai suoi clienti, che da un lato brontolavano perché la loro macchina veniva lavata da un negro (in questo caso del Bangladesh) dall’altro si guardavano bene da mandare i loro figli a fare quel lavoro. Questo è confermato dal Rapporto sulle economie generali, stilato dalla Banca d’Italia, che dimostra dati alla mano come gli immigrati coprano la base della piramide professionale. Quindi non rubano niente a nessuno, anzi, permettono agli italiani di dedicarsi a lavori meno duri e più appaganti”.