Non solo blockchain: Bestr, la piattaforma italiana degli Openbadges

Il percorso iniziato con la presentazione degli OpenBadges prosegue attraverso l’esplorazione delle piattaforme di archiviazione. Questo percorso fa parte del progetto Nuove Comunità: blockchain per il lavoro.

L’Italia è stata uno dei primi paesi ad aver recepito la raccomandazione del Consiglio  dell’Unione  europea del 20  dicembre 2012 sulla convalida dell’apprendimento non formale e informale. Attraverso il DL 13/2013  si sancisce il diritto al riconoscimento e alla valorizzazione delle competenze di ciascuno comunque acquisite, indipendentemente cioè dal modo in cui sono state ottenute, all’interno dei classici percorsi di studio che normalmente rilasciano una certificazione o al di fuori del sistema formale di istruzione.

“Nell’economia della conoscenza, quel che sappiamo o che sappiamo fare rappresenta una delle nostre principali ricchezze. Servono però gli strumenti per riconoscere le competenze in maniera giusta e condivisa e poterle così valorizzare nel sistema economico.”

– Giacomo Scillia
Responsabile Business Unit Pubblica Amministrazione e Industrie Cineca

L’apprendimento permanente è quindi riconosciuto quale pilastro fondamentale in una società basata sulla conoscenza, necessità però di strumenti adeguati che ne permettano la realizzazione. In attuazione delle direttive europee e del DL 13/13, nel 2015 Cineca, Consorzio Interuniversitario senza scopo di lucro nato per realizzare sistemi gestionali e servizi a sostegno delle università e del MIUR, formato da 67 Università italiane, 9 Enti di Ricerca Nazionali, tre policlinici e il MIUR stesso, ha realizzato Bestr: la prima piattaforma digitale italiana basata sul rilascio degli OpenBadges.

Se gli OpenBadges racchiudono in un’immagine una competenza acquisita verificabile in tempo reale e certificata;  Bestr si pone quale infrastruttura, un sistema che permette la comunicazione fra tutti gli attori coinvolti.  Come affermato dai firmatari della Bologna Open Recognition Declaration (BORD), bisogna impegnarsi affinchè sia possibile rendere più “aperto” il processo di riconoscimento delle competenze, permettendo a più enti di attestare competenze nelle persone e di farlo in modo sicuro, semplice e flessibile.

Bestr si propone come strumento per l’identificazione e la verifica di queste competenze. Permette a ogni utente di mostrare, tramite i propri Open Badge verificati, tutte le competenze acquisite in contesti formali, non formali ed informali.

In sintesi, come funziona?

La piattaforma nasce con l’intento di creare un contatto diretto tra aziende, formatori e persone in formazione.
Attraverso Bestr le aziende e le associazioni possono definire e descrivere le competenze di cui hanno bisogno e a cui danno valore, mentre le Università e gli enti di formazione possono offrire risorse per ottenerle. Infine, aziende e formatori definiscono insieme la modalità per verificare l’acquisizione delle competenze, la quale viene poi resa pubblica.
Chiunque ritenga di possedere una delle competenza presenti sulla piattaforma può dimostrarla, certificarla ed esibirla nel proprio curriculum digitale (l’ePortfolio*). I Badge emessi da Bestr, oltre all’immagine contenente i metadati, dispongono inoltre di una pagina web, l’award, che esprime gli stessi contenuti e che permette di condividerli con facilità sui social network (ad esempio sul profilo Linkedin) o pubblicarli sul proprio sito inserendo accanto all’immagine del Bedge il link dell’award.

* L’ePortfolio è qualsiasi sistema digitale capace di supportare un apprendimento e una pratica riflessivi, permettendo a una persona (o un’organizzazione) di raccogliere, gestire e pubblicare una selezione di prove di apprendimento al fine di vedere riconosciuto o accreditato il proprio bagaglio di conoscenze ed esperienze o per programmare ulteriori momenti formativi.

“ePortfolio a European Perspective” Eifel

Da ottobre 2018 Bestr si è evoluto in un sistema completo di Digital Credentials, “dove diverse tipologie di riconoscimento possano trovare lo strumento digitale più adatto a rappresentarle“, come espresso da Giacomo Scillia e David Vannozzi di Cineca. La nuova architettura comporta, oltre alla gestione degli attestati di competenza tramite Openbadge, la certificazione degli attestati con Blockcerts e la registrazione sulla blockchain Ethereum.
Temi che approfondiremo nel nostro prossimo articolo.

Dopo 3 anni di attività, Bestr vedeva oltre 700 badge pubblicati da più di 90 organizzazioni issuer, più di 100 endorsement espressi da organizzazioni partner e più di 80.000 assegnazioni di badge a studenti e professionisti. (Fonte Blog Bestr)
Anche il mondo universitario si sta evolvendo e adattando alle nuove esigenze degli studenti: a fine 2018 il 15% degli atenei statali aveva adottato gli Openbadge, il 70% dei badge presenti sulla piattaforma Bestr erano stati pubblicati da università e il 23% dei badge assegnati agli studenti era stato riconosciuto all’interno dei sistemi di gestione della carriera sotto forma di CFU, crediti formativi universitari. (Fonte Agenda Digitale)
Un invito ad adottarli e farne uso regolare anche in altri contesti di apprendimento, formazione e quale strumento essenziale per datori di lavoro e enti impegnati nell’inserimento lavorativo.

Un arcobaleno sgargiante nel cielo di Ambaras

Si avvia verso la conclusione il progetto Yenege Tesfa finanziato dall’Otto per Mille della Chiesa Evangelica Valdese.
Due anni in cui è stata supportata la frequenza scolastica degli 800 bambini iscritti alla Scuola pubblica di Ambaras (Etiopia) garantendo loro materiale didattico, uniformi scolastiche e un servizio mensa per i bimbi più piccoli (circa 60 con un’età compresa tra 3 e 5 anni).

Recentemente è stata effettuata l’ultima consegna delle derrate alimentari per la mensa e delle uniformi scolastiche che, per i bambini più piccoli, sono state sostituita con tute in pile, più adatte al clima locale. Il villaggio si trova difatti all’interno del Parco Nazionale dei Monti Simien, a 3.200 m d’altitudine.

L’area dei Monti Simien è seguita con attenzione dal nostro partner locale, l’associazione Yenege Tesfa, perché è il punto di partenza di molti bambini dei strada che vivono a Gondar nonché un’area di origine di tratta dei minori. Gli interventi condotti in questi anni hanno permesso di garantire un servizio essenziale ai bambini, e indirettamente un supporto alle famiglie.

Le iniziative a favore degli studenti delle aree rurali di Debark continuano grazie al sostegno della Chiesa Valdese. Il progetto Girls in school, avviato a gennaio 2019, permetterà difatti di sostenere 150 ragazze orfane e in difficoltà socio-economiche che desiderano proseguire gli studi in istituti di istruzione superiore, presenti solo nella città di Debark.

EXCO 2019: l’Expo della cooperazione internazionale a Roma

Manca davvero pochissimo all’avvio di EXCO, la prima edizione della fiera dedicata alla cooperazione internazionale e allo sviluppo, ospitata alla Fiera di Roma dal 15 al 17 maggio.

La Regione Marche è presente nell’area 9 con uno stand condiviso con altre regioni. Tra i progetti presentati, anche l’esperienza di Marche Solidali, il coordinamento delle ONG marchigiane a cui aderisce ISCOS Marche.

Lo stand della Regione Marche

Tra i tantissimi seminari, workshop e dibattiti che arricchiscono il programma dell’evento, segnaliamo il panel di discussione organizzato da AOI (Associazione delle ONG Italiane) che si svolgerà mercoledì 15 maggio alle ore 14.15 dal titolo “Finanziare lo sviluppo sostenibile: il partenariato globale, dalla teoria alla pratica”. Presentato da Gemma Arpaia, rappresentante di ISCOS nazionale e membro del Consiglio nazionale AOI, l’intervento si focalizza sul partenariato quale strumento di realizzazione dell’Agenda 2030, concentrandosi su strumenti concreti e operativi per realizzare gli SDG nella cooperazione allo sviluppo. Maggiori informazioni sulla pagina web di AOI.

L’evento è aperto e accessibile a tutti, con ingresso gratuito, è però necessario registrarsi sul sito ufficiale di EXCO. Un’iniziativa unica nel suo genere con 160 espositori italiani e stranieri, 52 convegni e un programma ricco di presenze istituzionali. 

Se siete curiosi di conoscere tutti i dettagli, ecco il programma completo

Non solo blockchain: Open Badges e l’uso delle digital credential nella certificazione delle competenze

Inizia con questo articolo un percorso dedicato agli strumenti connessi al riconoscimento delle competenze e all’inserimento lavorativo. Questo percorso fa parte del progetto Nuove Comunità: blockchain per il lavoro

Nel 2011 Mozilla, organizzazione nata con lo scopo di mantenere Internet una “risorsa aperta a accessibile”* e nota per il lancio del browser Firefox, ha avviato il progetto Open Badges con l’intento di sviluppare un nuovo modo di riconoscere l’apprendimento ovunque esso avvenga, all’interno o all’esterno di contesti di istruzione formale, in persona oppure online.

Ad oggi, gli Open Badges sono la più diffusa forma di digital credential, ovvero dichiarazioni digitali emesse da un soggetto accreditato, ad esempio un’istituzione o un’organizzazione, che, al termine di un percorso di formazione, riconosce determinate competenze ad una persona sulla base di propri criteri di valutazione. Come dimostrato dallo studio Blockchain in Education del Joint Research Center della Commissione europea, insieme alla blockchain, le digital credential “rappresentano l’opportunità di trasformare le competenze in una nuova forma di “moneta” come misura del capitale sociale e intellettuale” ** e stanno reinventando le modalità di riconoscimento dell’apprendimento oltre i formali sistemi di certificazione.

Storicamente i badge sono sorti come distintivi, “ovvero un simbolo o icona che identifica abilità, conoscenze, qualificazioni, o banalmente l’affiliazione istituzionale del portatore”, afferma Juliana E. Raffaghelli nel suo saggio “Nuove prospettive tecnologiche a supporto della valutazione per l’apprendimento permanente: il caso degli Open Digital Badge”. L’autrice mostra inoltre come il successo di tale strumento sia stato veicolato dai videogiochi, dove i giocatori sono motivati ad acquisirli per rappresentare il proprio livello di abilità: il forte impatto che la gamification ha avuto negli ultimi anni nei processi formativi ha portato l’uso dei badge anche in ambito aziendale e in contesti di apprendimento per guidare, dimostrare e motivare le attività dell’allievo o del lavoratore. Come afferma il sito openbadges.org “migliaia di organizzazioni in tutto il mondo già emettono Open Badges, dalle organizzazioni non-profit ai principali datori di lavoro fino agli istituti di istruzione a tutti i livelli”. Il sito www.badgetheworld.org cerca di documentare i numerosi progetti che sono in corso in tutto il mondo promuovendo il confronto tra coloro che ne sono coinvolti.

L’estensione dell’utilizzo della blockchain a tutte le nuove forme digitali di apprendimento formali e non formali, permetterà di registrare in modo sicuro e decentralizzato le digital credential acquisite e di realizzare un personal ledger formativo in cui custodire i risultati del Lifelong and Lifewide learning. In ambito aziendale, partendo dalle grandi aziende dotate di una corporate academy interna, la disponibilità di una blockchain delle competenze può finalmente tracciare i risultati della formazione e confrontare e selezionare i profili in modo veloce per programmare percorsi di crescita del personale.**

In sintesi, come funzionano?


Image CC BY-ND Bryan Mathers

Gli Open Badge comunicano competenze e risultati fornendo simboli visivi che contengono dati verificabili e prove di quanto acquisito e che possono essere condivisi sul web. Inoltre, consentono alle persone di portare quanto appreso con sé, ovunque vadano, costruendo un quadro ricco del proprio percorso di apprendimento continuo.

  1. Un’organizzazione definisce un badge includendo i criteri per la sua assegnazione
  2. Il badge viene ottenuto dall’apprendente quale riconoscimento delle proprie capacità o a testimonianza del raggiungimento di un certo obiettivo.
  3. Il badge è immediatamente verificabile
  4. Il badge può essere condiviso on-line

I badge ottenuti possono essere archiviati all’interno di piattaforme digitali come ad esempio il Mozilla Backpack o Bestr (a cui dedicheremo un articolo prossimamente) con la possibilità di  raccoglierli in collezioni, stabilire quali rendere pubbliche ed eventualmente condividere in rete o mostrare sui propri profili o blog (WordPress, Linkedin, etc), oppure essere inseriti in un e-portfolio, un curriculum vitae digitale in grado di mostrare il proprio percorso professionale, tramite link, testi video e altri elementi multimediali.

Strumenti come gli Open Badge consentono di tracciare tutto il percorso formativo di un individuo, valorizzando anche le esperienze informali o acquisite in contesti di apprendimento non formali. Capacità ed esperienze individuali sono così messe in evidenza e certificate offrendo, da un lato, nuovi strumenti per la ricerca e selezione di personale e valore aggiunto a chi è alla ricerca di opportunità di lavoro, dall’altro.

*Principo #2 del ManifestoMozilla

** Con la blockchain le competenze diventano moneta intellettuale di Matteo Bertazzo e Franco Amicucci su Il Sole 24 Ore

Migrant.net, anche l’ISCOS Marche aderisce al progetto FAMI regionale

Anche l’ISCOS Marche ha siglato l’adesione al progetto FAMI Migrant.net che vede capofila la Regione Marche con l’obiettivo di rafforzare l’integrazione lavorativa dei migranti.

Si punta a potenziare i servizi offerti dai 13 centri per l’Impiego della regione al fine di aumentare la capacità di intercettare i migranti e di coinvolgerli in una gamma differenziata di politiche attive del lavoro, in coerenza con le esigenze, le aspettative e le caratteristiche professionali dei migranti e con i fabbisogni del sistema produttivo locale.

Obiettivi in linea con il progetto “Nuove comunità: blockchain per il lavoro”, di cui l’ISCOS è promotore, le cui attività andranno quindi ad inserirsi e supportare quelle del piano di lavoro regionale in una premiante ottica di lavoro di rete e condivisione.

Sul sito della Regione Marche è possibile approfondire i dettagli del progetto Migrant.net.

Lavoro o sfruttamento? Analisi dell’inserimento lavorativo dei migranti nelle Marche

Questo documento presenta i risultati dell’analisi della situazione dell’inserimento lavorativo dei migranti, rifugiati e richiedenti asilo nelle Marche.
Sono stati identificati i fattori che possono influenzare positivamente o negativamente l’inserimento, e le relazioni tra i fattori, per arrivare ad una descrizione del sistema dell’inserimento e dei possibili punti di leva sui quali intervenire per facilitare gli inserimenti e contrastare lo sfruttamento lavorativo.

La descrizione punta a capire, e a far capire, meglio la realtà per come è, e non per come dovrebbe essere. Una tappa di un percorso illustrativo, e non una prescrizione di un obiettivo ideale.

Questo lavoro di analisi è nei fatti la base per l’elaborazione di un modello condiviso tra i diversi attori (istituzionali e non) per l’acquisizione e il riconoscimento delle competenze e per il coinvolgimento in percorsi di inserimento lavorativo.

Inserisci il tuo nome e indirizzo e-mail per il download gratuito.


La presentazione della mappa on line è disponibile qui.

Le attività si svolgono grazie al Progetto “Nuove comunità: blockchain per il lavoro”, finanziato a ISCOS Marche dal “Fondo per il finanziamento di progetti e attività di interesse generale nel Terzo Settore” del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e della Regione Marche .

Inizia a Bruxelles l’evento finale per il dialogo sociale nel Mediterraneo

Tutto pronto per la conclusione del ptogetto pilota Solid, per il dialogo sociale in Marocco, Tunisia, e Giordania.

Oggi, al Comitato Europeo Economico e sociale sono presenti rappresentanti della Commissione Europea, degli imprenditori, dei sindacati e della società civile dei tre paesi coinvolti per celebrare la sottoscrizione della Carta del Dialogo sociale da parte dei tre Ministri di Marocco, Tunisia e Giordania.

Una tappa importante verso la creazione di uno spazio sempre più ampio nel Mediterraneo di dialogo tra le parti sociali ed istituzionali, per la crescita della democrazia.

Iscos ha contribuito a questo progetto soprattutto nel lavoro con i sindacati marocchini, collaborando ad un percorso comune tra le principali sigle sindacali per il lavoro dignitoso nelle realtà multinazionali, per la tutela dei migranti, per la tutela dei lavoratori del settore informale.

La delegazione Iscos e Cisl è formata da Giuseppe Farina, presidente di Iscos Nazionale, Isabella Panfili, Responsabile Iscos Marche per il Marocco, Sauro Rossi, Segretario Cisl Marche, Vincenzo Russo, Direttore Iscos Marche e Zakaria, il più giovane esperto sul dialogo sociale mai entrato nell’aula del CESE.

La delegazione Cisl Iscos

Lavoro o sfruttamento dei migranti? Seminario ad Ancona – 26 febbraio

Il 26 febbraio 2019 dalle ore 9,00 alle 13,00 presso lo IAL Marche di Via dell’Industria 17/A ad Ancona verrà presentata l’”Analisi sull’inserimento lavorativo nelle Marche”.

L’incontro sarà l’occasione per condividere la mappa sui fattori che facilitano od ostacolano l’inserimento lavorativo dei migranti nelle Marche.

La partecipazione è aperta agli interessati. Vi invitiamo a registrarvi presso il seguente link:
https://goo.gl/forms/bCZZnp06evAIM2dE3

Il seminario fa parte del progetto “Nuove Comunità: blockchain per il lavoro“, per creare una rete di associazioni che condivida gli strumenti per gli inserimenti lavorativi.

Finanziamento: Il progetto è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e dalla Regione Marche.


Parte Nuove Comunità: blockchain per il lavoro

Nuove comunità: blockchain per l’inserimento lavorativo
Mercoledì 24 ottobre 9:30 – Via dell’Industria 17/a Ancona

Parte ad Ancona il progetto per sviluppare una piattaforma basata su blockchain per l’inserimento lavorativo di rifugiati, richiedenti asilo ed immigrati.

Un ampio gruppo di soggetti pubblici e del privato sociale, con un’iniziativa finanziata dalla Regione Marche, metterà alla prova la tecnologia blockchain in un’applicazione pratica rivolta al territorio regionale. Nei prossimi mesi si svolgerà l’analisi della situazione esistente e il design delle prime versioni dell’applicazione. Si formeranno gli operatori delle associazioni e delle cooperative interessate, per dare vita a dei cicli di sperimentazione e miglioramento successivo dell’applicazione.
L’obiettivo è creare uno strumento che, al di là del termine del progetto, faccia da collante tra i soggetti alla ricerca di lavoro, gli enti dell’accoglienza, gli enti di formazione e certificazione delle competenze, gli enti di collocamento e le imprese.
La strategia a lungo termine è di ampliare la proposta ad altre categorie di destinatari, fino a ragigungere la massima platea possibile, e aumentare i servizi che possono essere erogati tramite la piattaforma: il riconoscimento della formazione, l’erogazione di buoni per l’acquisto di formazione o altri beni o servizi, il servizio di recruiting per le aziende.
La metodologia blockchain è basata su una comunità di utenti che ne condividono i criteri di base e le regole; è distribuita, ovvero non risiede unicamente su un server centrale ma su tutti i computer dei partecipanti collegati in rete. E’ facilmente estendibile, e l’aumento dei partecipanti riduce i costi operativi.
Il prodotto principale del progetto sarà la realizzazione della piattaforma che faciliterà l’attivazione di almeno 40 tirocini professionalizzanti. Saranno inoltre formati almeno 40 operatori e volontari delle realtà marchigiane dell’accoglienza al suo utilizzo.
Nel corso del progetto sarà realizzato uno studio sulla situazione attuale nella Regione Marche rispetto all’inserimento lavorativo per i migranti e i richiedenti asilo, reso poi disponibile in versione elettronica. Saranno inoltre condivise linee guida e buone prassi per la valutazione delle competenze e l’inserimento lavorativo di residenti immigrati. Infine si realizzeranno materiali formativi cartacei e multimediali su salute e sicurezza, lingua italiana, diritti e doveri dei lavoratori.

Il progetto è guidato da Iscos Marche. Ha per partner L’Africa Chiama, Anolf Marche, Free Women, Stracomunitari, Tandem, in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università Politecnica delle Marche, l’Ambito Territoriale Sociale 6 di Fano, il Comune di Camerano, il Comune di Montemarciano,
Cisl Marche, Marche Solidali, Vivere Verde coop. Sociale, IAL Marche, Incontri per la democrazia, Luoghi in Comune.

Finanziamento: Il progetto è finanziato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e dalla Regione Marche.

L’incontro di avvio del progetto sarà mercoledì 24 ottobre 2018 alle 9:30, presso il salone della Cisl Marche in via dell’Industria 17/a ad Ancona.

Per informazioni:
Iscos Marche 071 505224, info@iscosmarche.it, http:\iscosmarche.it\

Lavoro dignitoso per le donne in Etiopia: ecco come è andato il progetto

Il 29 agosto 2018 ad Addis Abeba nella sede del sindacato etiope CETU si è tenuto il seminario conclusivo del progetto per il lavoro dignitoso per le donne.

Insieme al gruppo dirigente etiope e ai rappresentanti delle regioni interessate dalle attività, sono state ripercorse le tappe principali: dalla ricerca sulle condizioni di lavoro, ai corsi di formazione per le donne in azienda, alle assemblee, al sostegno ai comitati femminili.

Sono stati “celebrati” i risultati ottenuti: i miglioramenti sul posto di lavoro, in termini di sicurezza, di tutela della maternità, di orari di lavoro per le donne, di contrasto alle molestie.

In 19 aziende del tessile, del pellame, dei fiori, sono stati costituiti o rafforzati i comitati femminili, che, supportati dai sindacati, hanno iniziato un percorso di contrattazione con i datori di lavoro. I primi risultati fanno ben sperare. Anche se sono stati compiuti piccoli passi, come ottenere il riconoscimento di 3 mesi di maternità, rispetto ai 2 iniziali, è importante aver avviato un percorso di autonomia delle donne, di presa di coscienza delle proprie possibilità e del proprio potere.

La collaborazione con CETU proseguirà: l’Etiopia ha una forza lavoro giovane, tassi di crescita enormi, e bisogna moltiplicare gli sforzi per garantire uno sviluppo equo e dignitoso.

Qui la presentazione utilizzata durante il seminario.